martedì 3 gennaio 2012

Se il governo socialista di Cuba taglia i fondi per la sanità

La popolazione affronta da anni un deterioramento nel campo della salute pubblica: carenza di farmaci e attrezzature, degrado strutturale e dei centri medici, diminuzione del personale anche a causa delle missioni all'estero

GORDIANO LUPI

La popolazione cubana affronta da anni una situazione di progressivo deterioramento nel campo della salute pubblica, caratterizzata da carenza di medicinali e attrezzature, degrado strutturale e sanitario dei centri medici, e diminuzione del personale attivo a causa delle frequenti missioni all'estero. Nel 2011 il governo cubano ha ridotto del 7,7% i fondi assegnati al settore della salute pubblica, rispetto all'anno precedente, secondo quanto affermano fonti ufficiali. La nota pubblicata nel sito internet della governativa Radio Reloj dice che «la priorità è quella di consolidare le innovazioni e portare a compimento i lineamenti approvati nel VI Congresso del Partito Comunista».

Il Ministro della Salute Pubblica, Roberto Morales Ojeda, tranquillizza i lavoratori con queste parole: «Le trasformazioni nel settore sanitario hanno il solo scopo di migliorare la qualità dei servizi per il popolo». A parte la propaganda ufficiale, è un dato di fatto che la popolazione cubana da anni vive una situazione di deterioramento del settore sanitario, carenza di apparecchiature e medicinali, degrado strutturale e sanitario dei centri medici, diminuzione del personale attivo dovuta alle frequenti missioni all'estero. Il programma dei tagli alla spesa sanitaria prevede l'eliminazione di un milione di impiegati. Il numero dei lavoratori è diminuito del 14% rispetto al 20101. Inoltre, i benefici economici che derivano dai medici e dai collaboratori cubani nei paesi latinoamericani e in Africa, si ridurranno a partire dal 2012, con l'entrata in vigore delle modifiche alla Risoluzione ministeriale 321.

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