mercoledì 23 dicembre 2009

Ormai è Natale - Viva la vita, l'amore e l'amicizia!

Come le acque di un limpido torrente
dolcemente si affrettano per nel mare tuffarsi
così il 2009 scorre velocemente
verso la fine,
ed ormai è Natale.

http://www.silvioottanelli.it/public/blogme/WindowsLiveWriter/MariaSantissimaMadrediDio_794E/xto_maria_jesus_100_2.jpg

Ma il Natale vero,
è innanzitutto festa,
la festa della nascita di Cristo.
Cristo come l'acqua del torrente
tu come un foglio d'albero galleggiando in essa
il mare come la comunità degli uomini e donne che ti circondano.

Lasciati portare
goditi il viaggio
viva in esso la bellezza della festa
la gioia del Natale e dello stare assieme,
senta l'abbraccio dell'amore
e sii più buono con chi trovi in giro.

In ogni modo,
Cristo nasce sempre,
ed in questo Natale
nascerà anche per te
amico mio
amica mia.

Buon Natale!

Sia buono
sia buona
e faccia a tutti
quello che vorresti
fosse fatto a te.

AMA!

Buona Natale!

Roma aos 23 de Dezembro de 2009
Francisco Pacavira

giovedì 17 dicembre 2009

Mondo Futuro News: Berlusconi lascia l'ospedale ed é verso Arcore (Le immagini all'uscita) "Se cambia clima politico il mio dolore non è inutile"

 giovedì 17 dicembre, 2009 www.repubblica.it 

Berlusconi verso Arcore
Le immagini all'uscita
"Se cambia clima politico
il mio dolore non è inutile"

LA DIRETTA. Dimesso dal San Raffaele poco prima delle 12. Ha una benda sul volto. Poi aggiunge: "Se l'opposizione isola i fomentatori, dialogo possibile. Io comunque andrò avanti con le riforme, le chiedono gli italiani" / Commenta / Video
Casini: "Pronto al fronte per la legalità con Pd e Idv"


Mezzo milione di occupati in meno
Confindustria: "Ripresa, ma faticosa"
I dati dell'Istat: 508mila unità perdute nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2008. E' il calo peggiore dal 1992. Il tasso di disoccupazione sale all'8,2 per cento
LA DIRETTA DI REPUBBLICATV / Commenta
BLOG Il calvario invisibile
di VITTORIO ZUCCONI


Clima, il rush finale per l'accordo
Usa: sì a maxi-fondo da 100 miliardi
Con l'arrivo dei leader, il summit di Copenaghen entra nel vivo. In salita la strada per un accordo. L'incognita Cina. Gli Stati Uniti: se arriva una buona intesa aiuteremo i paesi in via di sviluppo
dal nostro inviato ANTONIO CIANCIULLO / Commenta


Milano, arrestato assessore Prosperini
Video In diretta arriva la Gdf
Il politico regionale del Pdl è accusato di corruzione e turbativa d'asta, inchiesta sulla promozione turistica della Lombardia. In manette anche Raimondo Lagostena Bassi, proprietario di Odeon Tv
VIDEO L'ESPRESSO Il politico e l'amico dittatore
FOTO I calendari dell'assessore / I telecomizi


Vaticano, Milingo fuori dalla Chiesa
l'ex vescovo ridotto allo stato laico
La decisione di Benedetto XVI che dopo la scomunica ha spretato il controverso sacerdote. "Così non potrà commettere nuovi gravi delitti"

Immigrati, Napolitano: "Un errore
pensare che Ue debba risolvere tutto"
Il presidente della Repubblica a Firenze: "Se l'Europa non agisce in modo unitario è destinata al declino"

Milano, pacco bomba alla Bocconi
Rivendicazione degli anarchici
L'ordigno scoppia solo parzialmente: due chili di dinamite, collocata in uno dei corridoi. Doveva esplodere l'altra notte. Maroni: "Azione da non sottovalutare" / VIDEO - Il Rettore / VOLANTINO - FOTO
Un altro ordigno a Gradisca: stessa rivendicazione



Agora a pressa é amiga da perfeição. Chegou Windows 7. Conheça.

mercoledì 16 dicembre 2009

Mondo Futuro News/Da vedere: Kevin Brownlow arbitro speciale per Chaplin vs. Keaton , Jean-Luc Godard: compositore di cinema


Kevin Brownlow arbitro speciale per Chaplin vs. Keaton
Questa sera incontro con l'autore del libro + dvd
Giovedì 17 i primi grandi successi
Sabato 19 i film sul cinema
Fino al 30 dicembre – Cinema Lumière

Entra nel vivo il ciclo di proiezioni – in occasione dell'uscita dei due preziosi documentari firmati da Kevin Brownlow che proprio questa sera, mercoledì 16, incontra il pubblico del Lumière alle ore 20 –, Alla ricerca di Charlie Chaplin e Alla ricerca di Buster Keaton (dvd+libro, Edizioni Cineteca di Bologna, 2009, con prezzo scontato per chi acquista sul sito della Cineteca), per riscoprire la modernità e il genio dei due giganti indiscussi del cinema comico di tutti i tempi. Giovedì 17 alle ore 20 ecco i 'primi grandi successi': The Kid di Charlie Chaplin (accompagnamento al piano con brani originali registrati) e The Navigator di Donald Crisp e Buster Keaton (accompagnamento al piano in sala di Marco Dalpane). Sabato 19 a partire dalle ore 20.15 i 'film sul cinema' della premiata coppia: The Cameraman di Edward Sedwick e How to Make Movies di Chaplin. La rassegna Chaplin vs Keaton è realizzata in collaborazione con il Gruppo Hera che per l'occasione propone l'accesso a tutte le proiezioni della rassegna al prezzo ridotto di €. 3,50 anziché 6 per chi si presenta con il coupon scaricabile dal sito Hera.
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Jean-Luc Godard: compositore di cinema
Integrale delle opere e concerti
Bologna, febbraio-giugno 2010

Jean-Luc Godard: compositore di cinema: corre sul fil rouge che unisce cinema e musica l'integrale delle opere e concerti che Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura, Cineteca di Bologna e AngelicA Festival Internazionale di Musica, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, promuovono in omaggio agli ottant'anni del maestro francese. Un lungo viaggio nella sterminata – e spesso inedita in Italia – filmografia godardiana, che impegnerà le sale del Cinema Lumière da febbraio a giugno 2010, un'imponente retrospettiva curata da Jean Douchet, contornata da due eventi musicali che vedranno la presenza a Bologna di due tra i più influenti protagonisti della scena internazionale da trent'anni a questa parte: William Parker con il suo Double Quartet che si esibirà in prima assoluta in musiche dal vivo sulle immagini del film Alphaville (giovedì 4 febbraio 2010 al Nuovo Cinema Nosadella – Sala Scalo (via Lodovico Berti, 2/7 ospite Cristina Zavalloni) e  John Zorn – autore dalle mille facce, che spesso si è cimentato con la musica per immagini, dedicando proprio al cinema di Godard uno dei suoi progetti più felici nell'ormai lontano 1986 (lunedì 17 maggio 2010 Arena del Sole, John Zorn / Electric Masada Essential Cinema, prima italiana).
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Mario Dondero. Fotografo sul set...
Presentazione della rivista RearViewMirror
Proiezione di La viaccia di Bolognini
Sabato 19 dicembre, ore 17 – Cinema Lumière

Dopo la grande festa in Piazza Maggiore nel 2008 per festeggiare il suo ottantesimo compleanno, Mario Dondero, figura leggendaria del fotogiornalismo italiano e "cantore della vita della gente", ritorna in Cineteca per una giornata in suo onore (sabato 19 dicembre, ore 17, Cinema Lumière) durante la quale racconterà in particolare la sua esperienza nel mondo del cinema. Dalle celebri immagini in cui sorprese Pasolini sul set di La ricotta e Comizi d'amore agli scatti sul set di La viaccia di Mauro Bolognini, che verrà proiettato al termine dell'incontro. L'appuntamento, promosso dall'Archivio fotografico della Cineteca nell'ambito del ciclo Fotografia al cinema, sarà anche l'occasione per presentare il nuovo magazine quadrimestrale RVM – RearViewMirror, edito da Postacart, che proprio a Mario Dondero dedica la sezione Archivio segreto del numero di gennaio. Insieme al fotografo saranno presenti Irene Alison e Luca La Volpa di RVM – RearViewMirror, oltre al pianista Vincenzo Scruci che intervallerà alcuni interventi musicali.
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Prosegue Il mio amico Eric in prima visione in versione originale
fino a giovedì 24 dicembre – Cinema Lumière

Ancora una settimana di programmazione in prima visione in lingua originale con sottotitoli per Il mio amico Eric, il film di Ken Loach in concorso all'ultimo Festival di Cannes. Protagonisti un anonimo e depresso postino dalla vita disastrata e il suo omonimo idolo calcistico, l'ex stella del Mancheser United Eric Cantona, che da buon angelo custode lo aiuterà ad affrontare le tribolazioni dell'esistenza. "Loach si conferma narratore formidabile, capace come pochi di commuoverci, esaltarci, farci arrabbiare e ragionare, invitandoci ad essere compagni dei suoi personaggi" (Andrea Meneghelli, dalla cartolina in distribuzione alla cassa del Lumière).
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Il Mercato della Terra
Ospite d'onore il suino di razza mora romagnola
Musiche dell'Orchestra La Rumorosa di Nonantola
Sabato 19 dicembre, ore 9-17 – Cortile del Cinema Lumière

Ritorna nel cortile del Cinema Lumière il mercato contadino promosso da Slow Food che anche per  questo sabato prenatalizio resterà aperto eccezionalmente dalle ore 9 alle 17 con tante nuove degustazioni. La mattinata sarà allietata a partire dalle ore 13 dalla musiche popolari dell'Orchestra La Rumorosa di Nonantola diretta dal maestro Fabio Bonvicini. Ospite d'onore di questa edizione il suino di razza Mora Romagnola, presidio Slow Food. Il Mercato raccoglie più di venti produttori provenienti dal territorio della provincia di Bologna, o da un raggio di 40 km dalla città  per vendere direttamente i loro prodotti stagionali a prezzi equi. Sarà possibile acquistare ortofrutta, formaggi, salumi, carne e uova, pane e biscotti, vino e birra, miele e marmellate, salse e sottoli, fiori, piante officinali e molto altro ancora... Un modo divertente e interessante per fare una spesa buona, pulita e giusta! E per chi viene al Mercato, un'ora di parcheggio auto gratuita nel parcheggio Apcoa di via Azzo Gardino.
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Presentazione del volume 1939 – Danzando sull'abisso
Giovedì 17 dicembre, ore 17 – Cinema Lumière

Un premio, una città balneare, un regime. 1939 – Danzando sull'abisso è un viaggio nel 'Premio Riccione per un soggetto cinematografico' voluto da Vittorio Mussolini, figlio del Duce, nel 1939. Duplice il suo intento: sviluppare la scrittura per il cinema e promuovere l'immagine della 'Perla verde', residenza estiva della famiglia Mussolini e capitale balneare dell'Italia fascista. Attraverso interventi di architetti e cineasti, storici dei media, della moda e del turismo, il libro indaga gli atti di quel premio per inserirli in una più ampia storia delle idee, della cultura e dell'arte del ventesimo secolo. A presentarlo giovedì 17 dicembre l'ideatore Fabio Bruschi e il curatore Marco Bertozzi. Al termine della presentazione del libro verrà proiettato il cortometraggio di Paolo Rosa e prodotto da Studio Azzurro Riminilux – La riviera all'epoca dei cinegiornali Luce. L'ingresso è libero.
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Cineclub per ragazzi
Domenica 20 dicembre, ore 16 – Cinema Lumière

Non poteva mancare una bella storia di Natale per il prossimo e ormai tradizionale appuntamento domenicale con il Cineclub per ragazzi, l'iniziativa di Schermi e Lavagne dedicata agli spettatori più giovani. In programma Niko – Una renna per amico, film d'animazione tutto europeo a forte partecipazione finlandese firmato da Kari Juusonen. Protagonista una renna che vuole imparare a volare, alla ricerca del padre che crede lavori per Babbo Natale.
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Edizioni Cineteca. Offerte natalizie

Acquistare on-line sul sito della Cineteca è sempre più conveniente. I cofanetti Alla ricerca di Buster Keaton e Alla ricerca di Charlie Chaplin di Kevin Brownlow sono a prezzo scontato (15 Euro ciascuno invece di 18). Per chi decidesse di acquistarli entrambi, un ulteriore sconto: 27 Euro invece di 36. E fino al 6 gennaio 2010 la Cineteca propone interessanti sconti (dal 15 a quasi il 50% sul prezzo di copertina) su molti dei titoli (libri e dvd) del suo catalogo editoriale, riservati solo all'acquisto on-line sul sito della Cineteca.
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Enrica Serrani nominata vicepresidente delle Film Commission italiane
Enrica Serrani responsabile della Film Commission del Comune di Bologna è stata eletta vicepresidente delle Film Commission italiane, l'associazione che riunisce i 18 enti presenti su tutto il territorio italiano e che rappresenta la categoria nei principali eventi di settore di rilievo nazionale e internazionale. La nomina è avvenuta la settimana scorsa nel corso della riunione svoltasi a Roma che ha sancito anche l'elezione a presidente di Maurizio Gemma, già direttore della Film Commission Regione Campania. Vice presidente anche Silvio Maselli, direttore di Apulia Film.



Campagna abbonamenti. Le novità 2010
A partire dal 2010 la Cineteca, in collaborazione con l'Ente Mostra Cinema Libero, propone al costo di 25 Euro la tessera annuale Amici della Cineteca che andrà a sostituire la vecchia tessera Speciale FICC. Abbiamo introdotto questa novità perché desideriamo offrire qualcosa in più ai nostri affezionati tesserati: omaggi, tariffe agevolate, sconti sulle pubblicazioni, priorità d'ingresso. Dal prossimo gennaio la rivista Cineteca verrà spedita a domicilio ai soli possessori della tessera FICC 2010.
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Dicono di noi
Ancora significativi riscontri sui media nazionali per i due cofanetti Alla ricerca di Charlie Chaplin e Alla ricerca di Buster Keaton delle Edizioni Cineteca di Bologna: questa settimana segnaliamo in particolare l'articolo di Irene Bignardi (Ritratto di Buster Keaton, un genio fuori dal mondo,  "Il Venerdì di Repubblica", 11 dicembre) e la presentazione di Luigi Paini Charlot & Buster, "Il Sole 24 Ore" – Domenica, 13 dicembre).








www.cinetecadibologna.it


Chegou Windows 7. Agora com exibição de redes sem fio. Conheça.

martedì 15 dicembre 2009

Mondo Futuro News: X Factor, vince Marco e va a Sanremo Morgan: «Non credo che lo rifarò nel 2010». Gori: «Può ripensarci». (Corriere.it)

MILANO — Sanremo riem­pie la prima casella. Marco Mengoni, 20 enne con una vo­ce straordinaria che può anda­re dagli Ac/Dc a Prince, da Um­berto Bindi a Mia Martini, ha vinto questa notte la terza edi­zione di «X Factor». Stacca il bi­glietto per Sanremo (in gara nella categoria Artisti, i big di una volta) e un contratto da 300 mila euro. E domani nei ne­gozi ci sarà il suo primo ep «Do­ve si vola» con l'omonimo ine­dito e un pugno di cover. Ma nella festa del talent show di Raidue c'è una sorpresa. «Mi sento fermo, non credo che rifarò X Factor l'anno pros­simo ».

http://www.mondoreality.com/wp-content/uploads/2009/11/Marco-Mengoni-X-Factor.jpg
Il colpo di Morgan arriva a freddo. A un'ora dalla finale, con la macchina della di­retta televisiva lan­ciatissima. « Sono una persona in evoluzione. Vor­rei cambiare ruolo. Che so, oc­cuparmi delle basi, visto che il mio mestiere è scrivere canzo­ni. Sono un proletario del setto­re audio e qui mi sento troppo aristocratico, troppo in alto», aggiunge il cantautore-giudice. Prova a sterzare Giorgio Gori, ad di Magnolia che produce il programma: «Fra quattro mesi magari si diranno altre cose. Anche Simona Ventura ai tem­pi della finale della seconda edi­zione sembrava convinta di tor­nare e invece ha cambiato idea». Questione delicata. È ve­ro che Morgan ha il gusto della battuta, è vero che ha ancora un contratto che lo lega allo show per la prossima edizione, ma è anche personaggio impre­vedibile e averlo scontento nel team di lavoro sarebbe contro­producente per tutti. Vedremo. Erano tre i finalisti. Marco, fa­vorito sin dalla vigilia, portato qui da Morgan; Giuliano, il soul­man sardo della squadra di Claudia Mori (anche il suo ep esce domani, sabato al «Proces­so » su Raidue la rivincita per il premio della critica); le Yavan­na, incomprensibili fatine del team di Mara Maionchi.

Il trionfo di Marco
Il trionfo di Marco   Il trionfo di Marco   Il trionfo di Marco   Il trionfo di Marco   Il trionfo di Marco   Il trionfo di Marco   Il trionfo di Marco

In studio ieri c'era anche An­tonella Clerici, che l'edizione numero 60 di Sanremo la con­durrà. «Sono venuta a prende­re il vincitore», dice. Il padrone di casa qui, invece, è Francesco Facchinetti. Ha condotto in por­to la terza edizione fra mille dif­ficoltà. «È stata una stagione 'Xstratosferica'. Le cose che qualcuno ha detto contro di noi mi so­no scivola­te addosso e le ho trovate indelicate», com­menta prima di anda­re in onda. Un modo elegante per replicare alle critiche arriva­te da Simona Ventura, che il programma lo ha lasciato ed è stata sostituita da Claudia Mori. Le altre difficoltà le ricorda Gori: «Abbiamo anticipato la messa in onda di sei mesi e que­sto non ha fatto maturare nel pubblico la voglia di vedere un nuovo X Factor. Poi su Raiuno abbiamo avuto contro la Cham­pions in una stagione carica di eventi, Saviano da Fazio su Rai­tre e Bonolis con Peter Pan su Canale 5». Tutto questo è costa­to oltre due punti di share negli ascolti: l'anno scorso la media era stata del 14,03%, quest'anno l'11,46%.

Soddisfatto Massimo Liofredi, direttore di Raidue (ed ex musicista): «Fino all'an­no scorso mi godevo lo show con mio figlio 17enne. X Factor ha creato attenzione, ma ha an­cora grandi potenzialità, deve diventare una sorta di miniSan­remo, imporsi al pubblico gio­vanile e aiutarmi a riportare la musica sulla rete». La gara ha visto pri­ma la sfida a tre. Apertura con il piatto forte, i duetti: Giuliano con Lucio Dal­la in «Caru­so », Marco con Alex Britti in «Oggi sono io» (ottimo), le Yavanna con Max Pezzali in «Come mai». Poi una cover (Giuliano primeggia con «Bella senz'anima») e l'inedito (quello di Marco ha più sprint). C'è anche un saluto di Fiorello che ha incontrato i ragazzi nel backstage del suo spettacolo te­atrale. Il televoto decide tutto: prima esclude le Yavanna e poi dopo un emozionante confron­to incorona Marco. Attenzione, i telefonini decidono anche a Sanremo.

Andrea Laffranchi

Mondo Futuro News: Berlusconi non c'entra con la Mafia - Scajola: «Fini fuori dalla linea del Pdl» Il ministro:«Ognuno deve mantenere la propria coerenza fino in fondo».. (Corriere.it)

ROMA - I toni sono ancora più accesi. All'indomani delle polemiche suscitate dalle frasi pronunciate da Gianfranco Fini durante un fuori onda («Berlusconi confonde il consenso con l'immunità»), all'interno del Pdl si moltiplicano le critiche e gli attacchi al presidente della Camera. Dopo la nota ufficiale del partito (che chiedeva un chiarimento all'ex leader di An) e la telefonata di Fini a "Ballarò" («non ho nulla da chiarire: sono convinto che Berlusconi non c'entra nulla con la mafia, ma deve rispettare gli altri poteri»), è Claudio Scajola a puntare il dito contro certi «distinguo» che sono ormai «fuori dalla linea del partito». Le dichiarazioni di Fini, spiega il ministro dello Sviluppo Economico, «dimostrano una volontà e un'azione diversa dalla considerazione e dalla linea del Pdl: credo che ognuno debba mantenere la propria coerenza fino in fondo».

http://www.lareteonline.it/reteCMS/public/gianfranco_fini1.jpg

Anche il parlamentare del Pdl Giorgio Stracquadanio, sul quotidiano on line «Il predellino», afferma che nel «comportamento di Fini» c'è «una superficialità dell'atteggiamento mista a un arroganza politica da annichilirne la credibilità non tanto di aspirante leader politico quanto di interprete del ruolo di garanzia che spetta al presidente della Camera». Per Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, la linea politica del partito è chiara e «non è consentito a nessuno rimettere in discussione i capisaldi, ci auguriamo che anche Fini si impegni» perché «siamo ancora in tempo a mettere da parte errori e incomprensioni». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ricorda che sul tema della riforma della giustizia così come su altri argomenti il Pdl ha una linea condivisa ed è necessario che tutti si attengano a questa «regola». Non manca, comunque, chi prova a gettare acqua sul fuoco. Come Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl: «Fini e Berlusconi rappresentano la più solida coppia politica italiana - afferma - e nonostante un momento di evidente difficoltà interne al Pdl, hanno il dovere verso gli elettori di ricreare un clima di armonia e collaborazione teso al consolidamento del centrodestra e al buongoverno del Paese». Il Guardasigilli, Angelino Alfano, spera «che se equivoci ci sono si superino, perché il Pdl è figlio di una grande intuizione che non va dispersa ma valorizzata».


BERLUSCONI - Nel pomeriggio, alla Conferenza Italia-America Latina di Milano, è lo stesso Silvio Berlusconi a intervenire sulle polemiche degli ultimi giorni legate alla giustizia. «Devo fare presto, devo preparare la valigie perché parto per Panama - dice il premier con una battuta. - Mi mancheranno 'Annozero', 'L'Unità', 'La repubblica' e i Pm: però cercherò di sopravvivere ugualmente». (Il presidente del Consiglio ha preso spunto dalle parole del presidente panamense che aveva a lungo lodato le attrattive del suo paese. Berlusconi, sempre scherzando, si è detto sicuro che il presidente Ricardo Martinelli gli preparerebbe un'accoglienza degna. «E poi in privato preparami quelle che mi stanno a cuore», ha affermato Berlusconi).

BONDI - Sandro Bondi, presente martedì sera a «Ballarò», torna invece sull'intervento in diretta di Fini. «Mi ha particolarmente amareggiato - spiega -. Dal 1992 ad oggi, è accaduto che una minoranza di magistrati ha ritenuto possibile ribaltare il verdetto elettorale degli italiani attraverso una evidente e drammatica persecuzione ai danni del leader di Forza Italia, prima, e del Pdl, ora.»È anche per queste ragioni che una persona come me, proveniente dalla storia del Pci, che Gianfranco Fini ha giustamente ricordato, non poteva e non può riconoscersi nel giustizialismo che la sinistra ha abbracciato in Italia come sostitutivo dell'ideologia e come scorciatoia per conquistare il potere senza aver portato a compimento, ancora oggi, un necessario rinnovamento politico e culturale. Ed è la stessa ragione - conclude Bondi - per cui da Fini mi sarei aspettato parole che fugassero la sgradevole impressione che non si può non ricavare dalla sua conversazione con il procuratore della Repubblica di Pescara».

FINI - Lo stesso Fini, durante la cerimonia in ricordo di Nilde Iotti a dieci anni dalla sua scomparsa, ricordando il suo «esempio di imparzialità e di equilibrio», ribadisce che «essere super partes non significava rimanere estranei al confronto delle opinioni. La cultura democratica si fonda, a ben vedere, sul confronto delle idee. È da lì che viene la capacità di dialogo e di ascolto». E a difendere il presidente della Camera è il «finiano» Fabio Granata, deputato del Pdl: «Cadono le braccia. È in atto un'operazione di delegittimazione nei confronti del presidente della Camera e di noi che stiamo con lui ad opera di una parte del Pdl, della quale non fa parte Berlusconi, ma dei cosiddetti ultrà. Meraviglia che tra questi ci siano dirigenti politici che devono tutto a Fini e che ora si caratterizzano per malafede intellettuale».

BERSANI - Sempre a margine della commemorazione in ricordo di Nilde Iotti a Montecitorio, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani commenta le tensioni nella maggioranza: «Il centrodestra è in una confusione micidiale e queste sarebbero chiacchiere se non fosse che c'è una totale paralisi del governo in campo economico e le misure si stanno rivelando aria fritta». «Il Pd dal canto suo - sostiene Bersani - deve dare un messaggio al paese molto chiaro: mettere al centro i temi del lavoro, essere pronto a modernizzare il sistema istituzionale e un fermo no alle leggi ad personam per risolvere i problemi di una sola persona».

«FUORI DAL PDL, SI DIMETTA» - La vicenda ha dato lo spunto al Giornale per un nuovo affondo contro Fini ormai da diverso tempo nel mirino del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. «Fini è nudo» esordisce l'articolo a firma di Vittorio Macioce che già dal titolo è decisamente esplicito: «S'è tradito, chiarisca o si dimetta». «A questo punto non c'è più altro da dire - si legge nell'apertura del quotidiano della famiglia Berlusconi -, Niente alibi, niente sospetti. Non servono le supposizioni. (...) L'attore si toglie la maschera e mostra il suo vero volto. È l'ora della verità e per Gianfranco Fini è arrivata». Non solo: «Fini da tempo sta giocando un'altra partita. Il Pdl non è più il suo progetto». E ancora: «Fini è l'uomo dell'Enola Gay, della bomba atomica giudiziaria, della scissione dell'atomo politico. Finalmente e così sia». Libero, altro giornale vicino al Pdl, con un gioco di parole sull'accaduto parla invece di un Fini «ormai fuori onda». Per il direttore Maurizio Belpietro, da quelle frasi «si capisce che il presidente della Camera ha fretta di archiviare Berlusconi e spera che una mano gliela dia la magistratura con il solito pentito». Belpietro arriva ad attribuire a Fini «un sentimento di rancore a lungo covato e una voglia di berlusconicidio nascosta a fatica». Poi la conclusione: «La terza carica dello Stato continuerà a cavalcare fuori onda, alla larga da Berlusconi. Ma non andrà lontano».

LA DIFESA DEL «SECOLO» - Prende invece le difese di Fini il quotidiano «il Secolo», già organo ufficiale di An. In un pezzo titolato «Complotti inventati e tradimenti veri», il giornale rileva che «certe cose sembrano l'ultimo atto di una manovra di strumentalizzazione che giunge ora al tentativo di processo a Fini»«Siccome è chiaro che nessuna linea è stata messa in discussion - sottolinea Flavia Perina, direttrice del giornale e deputata del Pdl - quello che si dovrebbe spiegare è altro. Chi ha interesse a forzare la polemica oltre a ciò che è legittimo? Non amiamo la dietrologia, ma qua è evidente l'obiettivo: esasperare Fini e sospingerlo altrove a forza di provocazioni».

Mondo Futuro News: Elena Russo e le raccomandazioni «Se non vali, non vai lontano» L’attrice e la telefonata di Berlusconi a Saccà (Corriere.it)

L'attrice e la telefonata di Berlusconi a Saccà: «Non mi devo giustificare, la mia risposta è stata il lavoro»


Elena Russo in una foto di scena del film «Baciami Piccina» (Ansa)
Elena Russo in una foto di scena del film «Baciami Piccina» (Ansa)
MILANO - «Inutile essere ipocriti: tutti siamo dei raccomandati. Chi, avendo l'occasione di essere segnalato, non la prende al volo? Poi, però, non basta, perché se non vali niente alla fine non vai lontano. La telefonata di Berlusconi a Saccà in cui caldeggiò il mio nome per le fiction? Non credo di dovermi giustificare per questo. E comunque, la mia risposta è stata il lavoro. Per questa ragione ho scelto il silenzio, pur sentendo ogni genere di sciocchezza sul mio conto. Ma ora penso sia l'ora di fare chiarezza». È inarrestabile, Elena Russo.

In questi giorni è nelle sale con Ce n'è per tutti, il film diretto da Luciano Melchionna e prodotto da Anna Falchi. «Interpreto una mezza matta che ce l'ha con gli uomini perché sono poco virili. È una bellissima commedia amara, costruita attorno al caso di un giovane che vuole buttarsi dal Colosseo», spiega. È appena rientrata dall'Egitto, dove ha finito di girare Sharm El Sheik con Giorgio Panariello. Ha l'aria di una che si è presa una rivincita - anche per il successo personale nella fiction L'Onore e il rispetto - dopo essere finita su tutti i giornali per la «segnalazione» di Berlusconi. Elena ammette quella raccomandazione, ma non accetta il ritratto che hanno fatto di lei come una delle tante ragazze nell'alcova del premier. «Chiaro, sono un'attrice giovane e carina, e pensano: "per forza ha fatto sesso con lui". Ma io voglio smentire questo pregiudizio». La sua versione la racconta per la prima volta ad «A».

«Fin da bambina avevo il sogno di fare l'attrice, e da quando avevo 20 anni ho lavorato sodo per realizzarlo. Facevo la conduttrice per le tv private napoletane e intanto affrontavo i provini a Roma. Nel '94 mi hanno preso a Cos'è Cos'è, il programma di Jocelyn. Ho anche lavorato per la radio e in teatro. Nonostante tanti anni di professionismo, non ho mai avuto tante citazioni sui giornali come da quando è emerso il presunto scandalo che mi riguarda. Non volevo passare per quella che cerca di strumentalizzare questa storia, così sono stata zitta. Ma ora voglio spiegare com'è andata».

Come ha conosciuto Berlusconi?
«È stato nel 2004. Lui mi aveva vista nel film E adesso sesso e, alla festa per i 100 anni della Titanus, mi ha fatto i complimenti. Da allora mi ha invitato a cene dove partecipavano anche altre persone. Serate piacevoli, che davano la possibilità di fare incontri interessanti. Questo non significa che il presidente del Consiglio sia diventato il mio angelo custode. Quante volte ho conosciuto altre persone importanti...».

Ma il premier, nella famosa telefonata con Agostino Saccà, che era direttore generale di Rai Fiction, premeva molto perché lei avesse delle parti.
«Berlusconi ha pensato di fare una cosa carina chiamando una persona, Saccà, che io conosco da 10 anni… Sono sempre andata direttamente da Agostino, quando sapevo che si iniziavano dei provini».

Sia sincera: non c'era mai stato nulla fra lei e il capo del governo prima di quella telefonata?
«Io sono una persona che ama divertirsi e lui pure. Ogni volta che ci vedevamo - fra l'altro non tanto spesso - per lui era una parentesi rilassante, una delle poche perché è sempre preso dai suoi impegni. Io tiravo fuori le barzellette da raccontare a tavola e il premier diceva che sono un'attrice comica nata. Sottolineava sempre questa mia potenzialità».

Non ha risposto alla domanda: è andata a letto con Berlusconi?
«La mia frequentazione con lui va ben oltre il sesso, è fatta di stima e di rispetto. Anche se non posso negare che all'inizio lui mi abbia rivolto degli apprezzamenti sul mio aspetto fisico. È nel suo carattere far sentire le donne belle e importanti. Ma non mi ha mai corteggiato in modo serrato, inequivocabile. Sarà che ci sono abituata: se un uomo mi dice una parolina in più, spesso lascio correre, sperando che poi nasca una bella amicizia. Ma non sfrutto mai la mia bellezza, può essere un'arma a doppio taglio. Io sono una che, al primo impatto, attira gli sguardi degli uomini. Ma di quell'impatto lì, poi che te ne fai? Una donna che non viene notata è più fortunata, si abitua ad affilare altre armi per fare colpo».

Eppure in "Papi. Uno scandalo politico", il libro di Travaglio, Gomez e Lillo, si parla di lei come una delle Berlusconi girls…
«L'ho letto tutto quel libro. Come sceneggiatura di fiction è brillante, ma come descrizione di fatti accaduti è falso e sleale».

Ma Berlusconi in quella telefonata intercettata si spinge a dire a Saccà che essere carino con lei equivaleva a esserlo con lui in persona.
«Se un'attrice come me, che pure ho fatto 20 film prima di conoscere Berlusconi, non la chiamano neppure per un provino… Questa è la realtà, oggi. Quando ho cominciato io c'era una possibilità di farcela, seppure remota. Adesso se non conosci qualcuno nemmeno ti vogliono vedere. Io, che avevo fatto già tanto ed ero anche amica di Saccà, per giorni e giorni ho aspettato nella sua anticamera: niente».

E Berlusconi che c'entrava?
«Mi era capitata l'opportunità di essere a cena con il presidente, e faccio notare che non avrei aspettato così tanto se l'avessi visto tutte le sere. Lui mi dice quanto sono brava e chissà quanto lavoro. Io, con una battuta in napoletano, gli spiego la verità: "Manco nu' provine riesco a fa'". Ecco perché poi ha cercato di fare una cosa carina per me con quella telefonata. Quale altra attrice, al mio posto, non avrebbe fatto presente le proprie difficoltà?».

È bastata quella battuta a rendere Berlusconi così partecipe al suo caso?
«Lui, nonostante sia un uomo importante, non è uno di quelli ai quali il potere fa perdere l'anima. È sensibile, sa riconoscere le qualità umane negli altri. Si è accorto della mia situazione, ed è intervenuto per sbloccarla... Il signor Berlusconi non ha fatto altro che sensibilizzare una persona che già mi stimava per farmi fare un provino. Il resto fa parte del loro rapporto, si sentivano spesso per via delle rispettive cariche».

"Signor Berlusconi": lo chiamava così durante le vostre cene?
«Sembrerà curioso, ma durante la nostra frequentazione io ho sempre mantenuto un atteggiamento di rispetto, anche di distanza. A tavola, invece, quando raccontavo le barzellette non potevo fare a meno di chiamarlo per nome. Poi il tempo passa, non ci si vede più e torna a prevalere il lato più formale».

Non ha mai più visto o sentito Berlusconi?
«Non ci incontriamo da un bel po' di tempo. Mi telefonò dopo che esplose il caso. Mi disse di non abbattermi perché questa storia mi avrebbe portato fortuna, mi avrebbe dato molta popolarità. Poi mi ha chiamato altre volte, sempre per rassicurarmi».

Che cosa pensa di Noemi Letizia, di Patrizia D'Addario e della separazione di Berlusconi da Veronica Lario?
«Le separazioni sono sempre cose molto dolorose e non mi va di entrarci. I rapporti tra Berlusconi e altre donne? Chi non ha accanto a sé una compagna che gli stia vicino cade molto più facilmente in certe trappole».

Anche lei ha una separazione alle spalle con Maurizio Calvesi, che è stato il suo compagno per otto anni. Lui, come direttore della fotografia, l'ha aiutata nel lavoro di attrice?
«Maurizio e io ci siamo conosciuti sul set di Finalmente soli. Ho imparato molto da lui: è un uomo di spessore, un intellettuale. E aveva diretto la fotografia in film con star di Hollywood come Sean Penn. Per me è stato davvero un maestro».

Perché è finita tra voi?
«Lui è più grande di me, e in otto anni aveva sviluppato molto il suo senso protettivo nei miei confronti. Quando ho cominciato a voler scegliere con la mia testa, anche a costo di prendere delle sberle, Maurizio si è messo a trovare dei difetti in ogni lavoro che per me si profilava all'orizzonte. Non accettava il mio bisogno di autonomia. Così abbiamo iniziato a litigare».

Maurizio era l'ex della Ferilli: mai stata gelosa di Sabrina?
«No, non ho mai pensato a lei come a una rivale. E con Maurizio ho passato momenti bellissimi, era impossibile rosicare per il passato. Poi, anche se ho un debole per le attrici napoletane come me, la Ferilli mi piace molto per l'ironia e la passionalità».

Elena, adesso lei è innamorata? Ha un nuovo fidanzato?
«Sono nel pieno di una burrasca e non mi va di entrare nei dettagli. Lui si chiama Salvio Simeoli e fa il mio stesso lavoro. All'inizio non credevo di poter avere una storia con un attore, poi invece ho pensato che fosse più facile capirsi. Purtroppo, stanno emergendo una serie di incomprensioni. Forse il problema è che devo ancora trovare il mio equilibrio».

Luciano Regolo
Mondo Futuro News: Elena Russo e le raccomandazioni «Se non vali, non vai lontano» L'attrice e la telefonata di Berlusconi a Saccà (Corriere.it)

Mondo Futuro News: Graviano: «Mai conosciuto Dell'Utri» E smentisce il pentito Spatuzza Filippo Graviano e Lo Nigro negano la presunta trattativa Stato-mafia. (Corriere.it)

Filippo Graviano e Lo Nigro negano la presunta trattativa Stato-mafia. Berlusconi: «Siamo alle comiche»

Marcello Dell'Utri (Ansa)
Marcello Dell'Utri (Ansa)
MILANO - «Non ho mai conosciuto il senatore Dell'Utri né direttamente né indirettamente e quindi non ho mai avuto rapporti con lui». Filippo Graviano, collegato in videoconferenza con l'aula di Palermo dove si svolge il processo al senatore del Pdl, sceglie di rispondere ai giudici e fa segnare un punto alla difesa di Dell'Utri, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. L'ex boss di Brancaccio smentisce inoltre il pentito di mafia Gaspare Spatuzza sul loro colloquio del 2004 e sulla presunta trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra. Anche Cosimo Lo Nigro non conferma quanto riportato dal collaborante. La settimana scorsa, a Torino, Spatuzza ha indicato i Graviano come le fonti di tutte le sue informazioni sul presunto legame tra Silvio Berlusconi e Dell'Utri con gli ambienti mafiosi. «E che vi devo dire...? Ci sono state delle comiche» è stato il commento a caldo del premier alle dichiarazioni di Filippo Graviano. «Che vi aspettavate? Sono tutte chiacchiere, tutte falsità» ha aggiunto il capo del governo sorridendo ai giornalisti. La deposizione di Graviano, secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, «dimostra che occorre avere fiducia nella volontà e nella capacità della magistratura di accertare la verità». «Spatuzza è un pentito e Graviano no - è il parere di Massimo D'Alema -. Certo, spetta ai magistrati accertare il pentimento ma se un pentito fa una rivelazione sul capo mafia è difficile che l'altro lo confermi» ha aggiunto l'ex ministro.

«MAI DETTO DI ASPETTARMI AIUTI» - Nel corso di una conversazione tra l'ergastolano Filippo Graviano e Spatuzza, avvenuta nel 2004 a Tolmezzo, il boss di Brancaccio, secondo il pentito di mafia, avrebbe detto: «Se non arriva nulla da dove deve arrivare possiamo pensare a parlare con i magistrati ma prima dobbiamo parlarne con mio fratello Giuseppe». Ma Filippo Graviano nega. «Non ho mai detto quelle cose a Spatuzza». L'ergastolano smentisce di aver detto a Spatuzza di aspettarsi degli «aiuti» come presupposto per l'inzio di una collaborazione Stato-mafia. «Se ci fosse stata una vendetta da consumare non avrei aspettato tanto... Non è che abito in un hotel» ha spiegato Graviano ai giudici di Palermo, spiegando come da parte sua non c'è mai stata l'intenzione di rivalersi su presunti torti subiti per promesse non mantenute. L'ex boss di Brancaccio ha sottolineato come «nel '94 (periodo in cui, secondo Spatuzza, i Graviano avrebbero avuto assicurazioni da settori della politica ndr) non c'era nessuno che doveva farmi promesse, perché io all'epoca dovevo scontare solo quattro mesi di carcere. Perchè avrei dovuto chiedere aiuto?».

GIUSEPPE GRAVIANO NON RISPONDE - A differenza del fratello Filippo, il boss Giuseppe Graviano, citato come teste, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Il mio stato di salute - ha detto - non mi consente di rispondere all'interrogatorio. Quando potrò informerò la Corte».

LO NIGRO - «Non sono mai stato a Campofelice di Roccella e i Graviano li ho conosciuti solo in carcere» ha detto invece Cosimo Lo Nigro, accettando di deporre. Anche Lo Nigro, l'ultimo teste sentito venerdì, ha smentito dunque quanto riferito da Spatuzza che ha raccontato di avere partecipato, alla fine del '93, a un incontro con Giuseppe Graviano e Cosimo Lo Nigro nel corso del quale il capomafia di Brancaccio gli avrebbe detto che era necessario fare l'attentato contro i carabinieri allo Stadio Olimpico di Roma «così chi si deve dare una mossa, se la dà». Frase che il pentito interpretò come riferita a una trattativa in corso tra la mafia e una parte della politica che, proprio un nuovo eccidio, avrebbe dovuto accelerare.

«MERAVIGLIATO DALLA SUA DIGNITÀ» - «Da dieci anni ho messo la legalità al primo posto nella scala dei miei valori» ha anche detto Filippo Graviano. Parole che hanno colpito molto Dell'Utri. «Sono meravigliato della dignità e della compostezza di questo signore. Nel guardarlo ho avuto l'impressione di dignità da parte di uno che si trova in carcere e ha delle sofferenze» ha spiegato il senatore, dopo la conclusione della deposizione del boss. «A differenza dell'impressione che mi ha fatto Spatuzza, mi è parso di vedere dalle parole di Filippo Graviano il segno di un percorso di ravvedimento» ha aggiunto Dell'Utri. «Una grande attesa, e oggi tutto questo si è sgonfiato si è annullato - ha detto poi il senatore del Pdl nel corso de Il Fatto del giorno-. È rimasto lo sputtanamento del Paese, dell'Italia, del governo, il tentativo di coinvolgere Berlusconi in una cosa indegna».

«BURATTINAIO» - Alla domanda se dietro i suoi processi abbia intravisto una regia, Dell'Utri ha replicato di credere all'esistenza di un burattinaio. Chi è? Gli è stato chiesto. «Non sono in grado di fare nomi e cognomi - ha detto il senatore - ma certo è che c'è un circuito mediatico-giudiziario che cerca di mistificare le cose. Ci sono dei pm che dichiarano apertamente le loro intenzioni: buttare giù Berlusconi e il governo, in combutta con certa informazione».

ATTACCO AD ANNOZERO - In una pausa dell'udienza di Palermo, prima della deposizione dei Graviano, Dell'Utri aveva attaccato duramente Annozero di Santoro. «È scandaloso quello che è stato fatto» ha detto il senatore, attaccando in particolare l'intervento di Marco Travaglio su Vittorio Mangano andato in onda giovedì sera. «Sono stanco: dopo 15 anni, lo dico, sono stanco, sinora ho cercato di stare relativamente tranquillo ma ora sono proprio stanco» ha detto il senatore Pdl. «Oggi i processi li fanno in televisione e sono finito in un circuito mediatico. Chiedo ai giudici di essere giudicato subito, finiamola con questa storia». A proposito della puntata di Annozero Dell'Utri ha anche annunciato di aver preparato «un esposto formale contro il programma di ieri che è da paese incivile». «Il processo stava per finire - ha ricordato poi il senatore del Pdl - quando ci hanno buttato dentro tutta questa spazzatura che fa perdere solo tempo». Poi un nuovo affondo su Annozero: «Hanno detto tutte cazzate. Le date della vicenda relativa all'arresto di Mangano erano tutte sbagliate».

LA DIFESA CONTESTA I PM DI FIRENZE - Al Palazzo di Giustizia del capoluogo siciliano i legali di Dell'Utri hanno contestato, all'inizio dell'udienza, la scelta dei pm di Firenze che nei giorni successivi alla deposizione di Spatuzza a Torino, avrebbero interrogato in carcere i boss Graviano.
«Denunciamo questa condotta della Procura che riteniamo inopportuna e priva di riguardo nei confronti della Corte» hanno detto gli avvocati di Dell'Utri.

Mondo Futuro News: Graviano: «Mai conosciuto Dell'Utri» E smentisce il pentito Spatuzza Filippo Graviano e Lo Nigro negano la presunta trattativa Stato-mafia. (Corriere.it)

Mondo Futuro News: La storia delle due prof scoperte in aula senza veli La scuola degli scandali imbarazza la «Grande Mela» (Corriere.it)

Le due avvenenti professoresse sono state denunciate dal bidello dell'istituto. Ma c'è un'altra storia piccante

Le tre professoresse (da sinistra Allison Musacchio, Cindy Mauro e Alini Brito
Le tre professoresse (da sinistra Allison Musacchio, Cindy Mauro e Alini Brito
NEW YORK - Mentre gli studenti assistevano a uno spettacolo nel vicino auditorium, le due insegnanti di lingue restavano sole in classe completamente nude. Quella che può sembrare una scena di un film a luci rosse, è ciò che realmente accaduto lo scorso 20 novembre alla «James Madison High School» di New York. Cindy Mauro e Alini Brito, due avvenenti professoresse di francese e spagnolo, sono state trovate senza veli e in atteggiamenti sexy in un'aula da Robert Colantuoni, bidello dell'istituto che ha prontamente informato i suoi superiori. Le docenti sono state sospese dall'insegnamento e la scuola ha aperto un'indagine interna. La notizia, diffusa dal quotidiano della Grande Mela «New York Daily News» ha superato velocemente i confini cittadini e sta facendo il giro del mondo.

RELAZIONE INOPPORTUNA - Il bidello che avrebbe trovato le due professoresse in atteggiamenti sexy non ha voluto rilasciare alcun commento alla stampa, mentre i dirigenti scolastici hanno confermato che «è avvenuto un episodio sgradevole mentre gli studenti erano all'auditorium» e che «le due professoresse sono state momentaneamente sospese». Il marito della Brito, a telefono, ha dichiarato al New York Daily News di non credere a questa storia: «Sono tutte fandonie, il distretto scolastico non ha informato mia moglie di queste accuse».

SEXY E GIOVANILI - L'episodio naturalmente è diventato anche l'argomento più dibattuto tra i ragazzi dell'istituto. Addirittura è stato creato un gruppo su Facebook che discute con ironia, ma anche con fermezza «la storia delle insegnanti lesbiche». «Dopo quello che è accaduto bisognerebbe installare telecamere nascoste nelle classi, vero ragazzi? scherza uno studente sulla pagina del social network che ha già 500 fan. Tuttavia tra i liceali c'è anche chi difende a spron battuto le insegnanti e chi invece condanna senza mezzi termini la loro condotta: «La professoressa Brito e sempre stata elegante e molto carina con noi, ma non si è mai comportata da civetta» dichiara uno studente sedicenne al quotidiano newyorkese. Di diverso avviso Eddie Ramirez, che condanna entrambe le insegnanti e precisa: «Ad esempio la professoressa Mauro veniva in classe vestita come una teenager - portava top scollati e jeans corti - ed era sempre molto sexy. Sembrava la classica persona in cerca di un flirt». Alcuni studenti hanno anche raccontato che l'insegnante Mauro in estate aveva colorato di rosa alcune ciocche dei suoi capelli e avrebbe sul corpo diversi tatuaggi sexy: un sole sulla parte bassa della schiena, un fiore sulla gamba e una stella sul piede.

UN ALTRO EPISODIO - Tuttavia gli scandali della scuola di Brooklyn non finiscono qui. Secondo il quotidiano della Grande Mela un'altra storia piccante, nata nelle aule dell'istituto, toglierebbe il sonno ai dirigenti scolastici della James Madison High School. La professoressa di studi sociali Allison Musacchio, secondo i ben informati, avrebbe una relazione «inappropriata» con uno dei suoi studenti. Gli inquirenti avrebbero appurato che più di 200 telefonate e sms sarebbe stati scambiati tra la professoressa e il giovane nel giro di pochi mesi. Ma la Musacchio, che come le due colleghe è stata temporaneamente sospesa, ha negato ogni accusa: «Non potrei mai fare una cosa del genere. Ho dei principi morali che rispetto».

Francesco Tortora
Mondo Futuro News: La storia delle due prof scoperte in aula senza veli La scuola degli scandali imbarazza la «Grande Mela» (Corriere.it)

Mondo Futuro News: Premier Silvio Berlusconi colpito al viso dopo il comizio: «Sto bene, sto bene». Ma resta in ospedale (Corriere.it)

Centrato con una statuetta souvenir mentre incontra i suoi fan. L'aggressore è un uomo con problemi mentali

Berlusconi sanguinante  lascia piazza Duomo
Berlusconi sanguinante lascia piazza Duomo
MILANO - Silvio Berlusconi è stato colpito al viso da un uomo che teneva tra le mani una statuetta subito dopo il suo comizio in piazza Duomo, a Milano, in occasione della cerimonia di avvio del tesseramento al Pdl. Il premier è stato raggiunto al volto da una statuetta usata come oggetto contundente attorno alle 18,20, mentre si attardava nel salutare i fan che lo avevano raggiunto alla base del palco. Tra questi si era però infiltrato anche un individuo che, arrivato fino a ridosso del luogo in cui era parcheggiata l'auto del presidente del consiglio, è riuscito ad eludere la sorveglianza e a mettere in atto il suo proposito. Già durante il comizio Berlusconi era stato contestato da un gruppo di persone che si trovavano sul lato destro del palco (GUARDA). L'autore dell'aggressione non faceva tuttavia parte di quel gruppo e da quanto è stato possibile accertare ha agito da solo.

L'ARRESTO - Berlusconi ha subito accusato il colpo, si è accasciato con il labbro sanguinante ed è stato fatto sedere all'interno dell'automobile dagli uomini della sua scorta, mentre altri agenti di polizia riuscivano a fermare l'autore dell'aggressione e a sottrarlo alla folla che avrebbe voluto linciarlo. L'oggetto sferrato contro il premier sarebbe una riproduzione in miniatura del Duomo, di quelle vendute in tutti i negozietti di souvenir presenti in diversi punti della piazza. Una prima ricostruzione dell'accaduto l'ha fatta Doriano Riparbelli, responsabile organizzativo del coordinamento regionale del Pdl: «Un simpatizzante ha chiesto a Berlusconi di poterlo fotografare, poi ha tirato fuori il portafogli per dargli il biglietto da visita - ha riferito Riparbelli -. Berlusconi si è spostato per stringere la mano di altri simpatizzanti e a quel punto il contestatore lo ha colpito con una statuetta». Secondo il coordinatore regionale del partito, il premier «ha fatto come se stesse per svenire, poi si è tirato su, lo ha guardato negli occhi, è risalito in macchina, ha cercato di uscire dall'auto per parlare al contestatore e chiedergli la ragione del gesto. A quel punto la scorta ha trattenuto Berlusconi dall'uscire, è stato soccorso subito dal suo medico personale ed è stato portato al San Raffaele».

Milano: Berlusconi colpito al volto
Milano: Berlusconi colpito al volto   Milano: Berlusconi colpito al volto   Milano: Berlusconi colpito al volto   Milano: Berlusconi colpito al volto   Milano: Berlusconi colpito al volto   Milano: Berlusconi colpito al volto   Milano: Berlusconi colpito al volto

«SALVATO DAL LINCIAGGIO» - Un testimone, interpellato da SkyTg24, ha raccontato che la persona che ha aggredito il capo del Pdl «non sembrava normale». «L'aggressore - ha poi spiegato Ignazio La Russa che si trovava vicino al capo del governo - l'abbiamo preso immediatamente, grazie alla polizia che l'ha letteralmente sottratto al linciaggio della folla. Se non ci fossero stati loro ne sarebbero rimasti soltanto pezzetti». L'uomo si chiama Massimo Tartaglia, classe 1967, residente nell'hinterland milanese, e non risulta avere precedenti penali. Per lui è stato formalizzato l'arresto con l'accusa di lesioni personali aggravate dalla qualità della persona offesa e dalla premeditazione perché in tasca gli è stata trovata anche una bomboletta di spray al peperoncino. Secondo quanto riferito dalla Digos, non risulterebbe associato a movimenti antagonisti. Risulta invece che da dieci anni è in cura al Policlinico di Milano per disturbi mentali. In Rete sono subito comparsi gruppi che inneggiano a lui per il gesto compiuto: «Santo subito», «Sposami» sono alcuni degli incitamenti apparsi su Facebook. Intanto il padre dell'uomo, Alessandro Tartaglia, raggiunto dai cronisti nell'abitazione di Cesano Boscone ha spiegato: «Votiamo Pd, ma non abbiamo mai incitato all'odio verso il premier. Se avessimo immaginato cosa voleva fare Massimo, lo avremmo fermato».

IL RICOVERO - Berlusconi ha iniziato a sanguinare copiosamente dal labbro. E' stato trasportato all'ospedale San Raffaele, alla periferia est della città, vicino agli studi Mediaset, per essere visitato e medicato, ma prima di ripartire dalla piazza ha voluto mostrarsi nuovamente ai suoi sostenitori nel tentativo di rassicurarli sulle sue condizioni. Il primo bollettino dell'ospedale parlava di perdita copiosa di sangue con lesione lacero-contusa interna ed esterna e due denti lesi, di cui uno superiore fratturato. Il primario del reparto di anestesia e rianimazione , Alberto Zangrillo, medico di fiducia del premier che si trovava in piazza al momento dell'aggressione, ha poi spiegato che la prognosi è di 20 giorni in quanto la tac ha evidenziato anche una frattura del setto nasale, oltre ad una ferita lacero-contusa che ha richiesto punti di sutura al labbro inferiore. «È molto scosso, abbattuto e dispiaciuto», ha detto il primario. Al termine degli accertamenti medici, Berlusconi ha ricevuto una telefonata dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha voluto esprimergli personalmente la sua solidarietà.

«NON MI FERMERANNO» - «Sto bene, sto bene» ha detto Silvio Berlusconi mentre veniva portato fuori dal pronto soccorso del San Raffaele per essere trasferito in una stanza di ospedale. Il premier è stato trasferito in corsia steso in barella, in maniche di camicia, con una borsa del ghiaccio sul volto. Mentre veniva portato fuori dal pronto soccorso ha stretto la mano a uno del suo staff, che lo ha raggiunto in ospedale ed è a lui che ha precisato di sentirsi bene. Poi il premier ha ricevuto la visita di diversi amici e esponenti politici e a loro ha detto di essere «amareggiato» per «questa campagna di odio». «Questo - ha spiegato - è il frutto di chi ha voluto seminare zizzania. Quasi me l'aspettavo...». Berlusconi, che ha chiesto invano ai medici di dimetterlo subito e di permettergli di tornare nella residenza di Arcore, a tutti ha ripetuto di essere stato nei giorni scorsi nel mirino di una campagna di veleni. «Tutti dovrebbero capire che non è possibile oltraggiare un presidente del Consiglio, questa è la difesa delle istituzioni». Al di là dell'amarezza, il Cavaliere ha sottolineato di non voler minimamente farsi impressionare dall'episodio. «Sono ancora qui e non mi fermeranno».

Alessandro Sala
Mondo Futuro News: Premier Silvio Berlusconi colpito al viso dopo il comizio: «Sto bene, sto bene». Ma resta in ospedale (Corriere.it)

Ecumene24 - Modern Love: A Joint Account That Underwrites Our Marriage "I HAVE been married forever." By DAVID SARASOHN (New York Times)

I HAVE been married forever.

Well, not since the Big Bang but since the Nixon administration — 35 years — a stretch long enough to startle new acquaintances or make talk-show audiences applaud. Recently one of my wife's college students kept pressing us, with baffled curiosity, for our secret, as if there had to be some trick to it, like wearing each other's clothes on Tuesdays.

Christopher Silas Neal

Back when we became engaged, our news was also greeted with baffled curiosity. It was the '70s, after all, when the freedom to be able to hop from one relationship to the next was as essential as anything in the Bill of Rights. Our friends were profoundly perplexed; nobody, they thought, could want a fondue set that badly.

We had already been together three years at that point, pretty much ever since I turned around at the orientation meeting for new history graduate students and saw her in her granny dress. (As I say, it was a long time ago.) Our feelings about marriage may have been shaped by our pursuit of such a traditional area of study. Perhaps our attitudes would have been different had either of us been in gender studies.

Of course, back then no one had heard of gender studies.

The surprise that now greets us at the fact that we've managed to stay married so long — as opposed to having shaken hands at some point and decided who kept the ice cream maker — is even more extreme. Friends you haven't seen for a long time often inquire delicately about the spouse you had when they last saw you.

I once explained to a colleague that I was looking for a job change because of something going on with my wife. His eyes widened with the assumption that our situation involved a family law specialist instead of a fellowship that required me to follow her across the country.

Since our wedding, the numbers have increasingly turned against us. Fewer people marry. Fewer stay married. And when it comes to having and raising children, being married has become as optional as the color of your baby's onesies.

Throughout the '80s so many of our married friends broke up that it started to seem as if the married demographic consisted largely of us and the Huxtables. Since then, Hollywood has wisely shifted the base of many of its sitcoms to work and friendship rather than the nuclear family, situations younger viewers can better identify with.

Anyone who has been married for a long time starts to feel like a soldier surrounded by heavy casualties. In graduate school, a couple who married when we did failed to make it through a year. In my first job, we were one of four couples who got together almost every weekend; a few years later my wife and I were the only ones still together. Deep into our married life, five couples we knew, each together at least two decades, came apart in a single year, shells of separation bursting all around us. Like surviving soldiers, we like to think we were a little better prepared, maybe a little better suited for it. But we also know we've been lucky.

Anyone with an anniversary in the precious-metal range knows what it's like to support friends whose marriages have fallen apart. That newly disconnected friend sleeping on your couch who came to dinner with a tight smile and a greater interest in red wine is like a walking cautionary tale, the image pressed permanently into any marriage's mental photo album.

And making all those changes in your address book affects your own marriage. When a close friend left his wife for someone much younger, my wife intensified her exercise regimen. Watching other couples break up also reminds me that divorce causes friends to choose between the two parties, and I would not like my chances.

The appeal of the alternative is everywhere. In popular culture, predictability seems like a bear market compared with possibility, and falling into a pattern is the opposite of falling in love. But if you stay married long enough to make people speculate about your religious beliefs, you come to see that patterns are the point; there's a reason the heart is an organ measured in rhythms.

Being single is all about the future, about the person you're going to meet at Starbucks or after answering the next scientific compatibility questionnaire. Being married, after a certain point, is about the past, about a steadily growing history of moments that provide a confidence of comfort, an asset that compounds over time. What you share is what you've shared, and measuring your communal property in decades puts you in a freakishly high bracket.

So experiences such as my being fired from my first job — I'll tell you the story sometime; my wife has heard it often enough — or the long years when it seemed my wife would need to undergo complicated and scary spinal surgery transform over time from life's low points into promontories of reassurance.

A writer's capital, it is calculated, is his experience. After a while, the same applies to marriage, and a couple draws on it for what they need, a checking account of life's checkpoints.

Our largest deposit was a long and painful stretch of infertility, ultimately producing two happy outcomes. It sounds self-evident to say that a husband and wife couldn't have made it through infertility without each other; presumably they couldn't have gotten into the situation without each other, but it has a particularly intense effect on a relationship. When the whole point of a condition is the absence of a third person, the two who find themselves alone together — a phrase that seems contradictory, except to an infertile couple — look at each other very closely, and look to each other very closely.

It was a major bonding moment when, in our early 30s, a fertility doctor told us that new discoveries were being made all the time, and that there was no reason we couldn't make use of such discoveries until we were, say, 55.

Parents for the first time at 55?

We looked at him, and then at each other. Mutual resentment of authority figures can provide a powerful pillar for marriage.

I've heard it said that pain is something people can't remember or accurately express to others. But those years of monthly meltdowns and longing looks at other people's children come right back, all of our time spent on that barren island. Holidays were hard, especially the family-centered ones — Thanksgiving, Passover.

I have now been a father for the last 23 turkeys and Seders but I can still instantly call up the agony of those earlier occasions, that feeling of being forever outside the circle.

Some infertile couples we knew tore under the strain; others became more or less numb. We spent years living in a weirdly inverted world where an unwed teenage mother was envied for her facility. And while the wife of legend may explode in anger on coming home to find her husband in bed with somebody else, my wife did when she found me alone in the bathtub, having forgotten the effect of hot water on sperm count.

When our sons appeared, and the years of shared pain turned into a fund of shared experience, it was like coal being crushed into a diamond.

Even as marriage itself has taken a battering, it's been eagerly seized as a symbol. Some who fervently endorse it are those with whom you may not agree on anything else. Marriage these days seems not only less effective in uniting people, it also appears to be playing a growing role in dividing them, particularly when it comes to what seems to be the last group actually excited about the idea — gay people. For an institution that these days can use all the support it can get, their application should not be easily dismissed.

And when I hear people explain that gay people shouldn't be allowed to marry because the purpose of marriage throughout history has been to produce children, and they can't do that, I envision decades of our anniversary cards being shredded.

During those years when our marriage was clearly failing in its natural assignment of procreation, were we not, according to these people, really married? If marriages have to be about children — rather than about affection and respect, or even the kind of endurance that leads teenagers to marvel at any marriages that have lasted longer than they have been alive — then gay people aren't the only ones whose unions are somehow unsanctified.

LOOKING for something profound to tell my wife's student, I mumbled something about respect. She nodded reflexively; sure, respect, human beings deserve respect. I couldn't quite make my mouth move fast enough (I've been married since before the Bicentennial) to explain that that wasn't it. It wasn't a matter of basic human respect in the United Nations Universal Declaration of Human Rights sense, but of respect for someone who is in some way better than you.

I am somewhat better with words than my wife is; she is infinitely better with people. In different ways, we translate each other to the rest of the world, and admire each other's contrasting language skills. Being married to someone you respect for being somehow better than you keeps affection alive. That this impressive person chooses you year after year makes you more pleased with yourself, fueling the kind of mutual self-esteem that can get you through decades.

The other part, about how those decades change over time from obstacles into assets, is something my wife's student will have to figure out for herself. It could take awhile.

Like, forever.

David Sarasohn is an associate editor of The Oregonian in Portland.

Ecumene24 - Modern Love: A Joint Account That Underwrites Our Marriage "I HAVE been married forever." By DAVID SARASOHN  (New York Times)

Africa News Today: Modern Love - The Boundaries of a Breakup By CHARLES H. ANTIN (New York Times)

WHEN I broke up with my live-in girlfriend of five years, we divvied up our things, helped each other move into our new apartments, and then stopped seeing each other altogether — a cold-turkey breakup that I was sure was for the best. We didn't send e-mail messages, call or meet for coffee, and we certainly didn't go out for drinks.

We did, however, remain Facebook friends.

http://www.lillelanuit.com/photos/photos_descriptions/modern%20love.jpg

I was miserable, and I surmised, via the absence of fun photo updates to her Facebook page, that she was, too. We had broken up for the vague reason that we had fallen out of love. Because falling out of love isn't as concrete or perhaps conclusive as infidelity or fundamental disagreements about religion or how many children to have, I had doubts about whether we had done the right thing.

Every once in a while, when I was feeling particularly pathetic, I would log on to her Facebook page and listlessly click through the photos of a life that was, somewhat disappointingly, continuing without me.

One day I noticed a new guy on her arm. Disconcertingly, he looked exactly like me, except more attractive. He was Charles 2.0: new and improved. His hair was a richer brown, you could tell he lacked my slight paunch and the love handles that no amount of running seems to eradicate, and his biceps filled out his sleeves a bit more.

The only striking difference between us was the caterpillar of hair beneath his lower lip referred to somewhat mysteriously as a "soul patch." I would never grow a soul patch.

I decided I hated him. But what really broke my heart was how she looked with him. She clutched his arm as if a gale might blow her away. She looked happy.

In a fit of uncharacteristic creepiness, I decided to do a little research on Charles 2.0. One of the photos was labeled with his rather uncommon first name, so I Googled it, along with "Brooklyn," and up popped a few leads. Turns out he owns a coffee shop not far from my apartment. I'd been there. So, evidently, had my ex.

And why not: the coffee is delicious. It's one of these fancy coffee shops currently in vogue with the New York gastronati, the kind where the beans have been hand selected in Venezuela by the shop's proprietor (Charles 2.0, in this case) and the baristas draw little ferns or flowers in the foam of your cappuccino like impromptu Rorschachs.

I imagined Charles 2.0 on all sorts of coffee gathering voyages to South America: on the back of a burro sampling beans from Uruguay, with a machete traipsing through the Colombian jungle.

I had to admit that Charles 2.0, as I imagined him, seemed pretty cool: dangerous, intelligent, quirky and probably a sweet guy, too, the kind of guy, in fact, that I would want to be friends with. I could see us huddled together in a hut in Peru, chewing coca leaves and sampling beans picked by a man with one leg.

Then, on one of those hot August days in New York when those of us without air-conditioning take four to six showers, I got an e-mail message via Facebook. "Arthur Antin," it said, "added you as a friend on Facebook."

Arthur Antin is my 83-year-old technophile grandfather. While other grandparents are still struggling to turn on their cellphones, here was my grandfather logging in to Facebook. I couldn't help wondering who his "friends" were. Other technically savvy octogenarians? Would he become a "fan" of Metamucil, heparin and the Kiwanis Club?

My grandfather has always loved his computer. When I was in college in the late '90s he created an account for Instant Messenger. Bypass82 was his handle, because his first bypass surgery was in 1982.

He used to I.M. me in college all the time, but he never quite got the hang of the short, conversational phrases typically used in that kind of communication. Our conversations went something like this:

Charles: Hi Grandpa, how's Florida?

Charles: Hot?

Bypass82: Dear Charlie, Things are going very well here. The weather is clear and warm with a chance of some showers this afternoon. Your aunt is coming to visit next week and we are very excited. Love, Grandpa.

Although he has had his computer for a decade and uses it daily, he's still on a dial-up connection. There is something charmingly old-world-meets-new about an 83-year-old man who turns on his modem, signs in, then has time to browse the newspaper and have a cup of tea before his home page loads.

But Instant Messenger was simple compared with Facebook. Would he create a whole page, with a profile photo and everything? Would he complete quizzes telling him which "Sex and the City" girl he was? (Carrie, if I had to guess.)

I accepted his friend request eagerly, and recommended he become friends with my younger cousins, all of whom are spread out along the East Coast. Here, I thought, was an example of Facebook doing some good. On Facebook, my grandfather would be able to see pictures of his grandchildren on a daily basis and be able to follow their lives at his leisure, without having to intrude. Charming.

A few days later I logged in again to see how he was coming with his profile. Not far, it turned out. There was still no profile picture, but he already had amassed eight friends! Who were these people?

I clicked through. Three of them I didn't know, three were my cousins, and one was my sister. And the last, of all people, was my ex-girlfriend.

Now, I'm not really a big Facebook person. I came to it late mainly as a way to see if the popular girls in my high school had become fat. I don't post updates or photos. I don't take quizzes or give people virtual cupcakes. I don't play Mafia Wars or Texas Hold 'Em. In other words, I haven't invested much time or emotion into Facebook. But when I saw that my grandfather was friends with my ex, I felt betrayed.

Which was silly, I told myself. Who cares? So what if my grandfather is connected to my ex via Facebook?

I tried to make a joke out of it. I e-mailed him:

Hi Grandpa,

You're Facebook friends with my ex-girlfriend? That's not allowed! Totally against Facebook etiquette.

Love,

Charles

He wrote me back shortly thereafter:

Dear Charlie,

I am friends with her because we're good friends. We both love Frangelico! Plus, I don't need your approval, I can do whatever I want, and I love her.

Love,

G

This is when I lost it. I wrote back using words that were, in retrospect, a bit stern for someone prone to heart failure.

Dear Grandpa,

No, you don't "need my approval," but I'd think that you'd want to seek it since I am your grandson, your family, and this is a woman you met maybe four times over the course of the five years we dated. Furthermore, you do not "love" her. You met her a handful of times and you both have a fondness for Frangelico, which, frankly, is not that bizarre. Tons of people like Frangelico. It's delicious.

Charles

After I sent the message I immediately felt guilty. I was overreacting. She and I had broken up months ago; surely I could be mature about this?

Apparently not. Next I composed a long, ridiculous message to my ex, the first correspondence we would have had since the breakup, reprimanding her for friending my grandfather. Luckily I had the sense to delete the message before hitting "send." It had sentences like, "How dare you have the audacity to friend my grandfather — this is not MySpace! There are rules and etiquette involved here!"

I had to face the truth: this wasn't about the rules and etiquette of Facebook. It wasn't about my grandfather. It wasn't even about Charles 2.0. It was about my lingering attachment, one I'd tried to drop cold turkey. And that's not how attachment works.

In the beginning, following my ex on Facebook seemed like a harmless, if slightly stressful, way of easing out of our relationship. I'd always prided myself as being on the outskirts of the online social networking world. And now here I was, officially a crazy Facebook person, not just stalking my ex but also feeling threatened by my own Frangelico-drinking grandfather.

A few hours later (probably the amount of time it takes an e-mail message to load on dial-up), he received my upset message, read it and then decided to contact me the old-fashioned way: by phone.

HAVING a heart-to-heart with my grandfather over the phone is no simple matter. In addition to his slew of geriatric maladies, he is becoming increasingly deaf. A few months earlier, when he was hospitalized for what we thought was going to be his last heart attack, I called him in intensive care and yelled into my cellphone: "I love you, Grandpa. You really mean a lot to me." To which he kept saying: "What? Who is this?" until I finally gave up and sent him a heartfelt fax to the nurses' station.

This time, my grandfather apologized for having opened a Facebook account in the first place and told me he was deactivating it. I tried to talk him out of such a rash overreaction, but he literally wouldn't hear of it. So much for my happy vision of him following his grandchildren's lives by reading their wall posts and viewing their photo galleries; that was finished, collateral damage of my own Facebook-fueled meltdown.

Of course, it wasn't lost on me that I should have been the one un-friending my ex and closing out my Facebook account. And someday maybe I will. But not today.

Charles H. Antin, a wine specialist at Christie's, is working on a collection of short stories.

Africa News Today: Modern Love - The Boundaries of a Breakup By CHARLES H. ANTIN (New York Times)

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