martedì 31 luglio 2012

Aumento delle tasse universitarie, ma cosa succede? “Una tragedia tutta italiana”.

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Nell’ultima versione del decreto legge sulla cosiddetta “spending review”, la revisione della spesa dello Stato che comporterà un risparmio di 4,5 miliardi per il 2012 e di 10,5 miliardi per il 2013, gli aumenti delle tasse universitarie riguarderebbero tutti gli studenti e non solo quelli fuori corso come si era detto inizialmente.

Oggi, alle 10.30, il Senato dovrà votare (e si dovrebbe conoscere nei dettagli) quest’ultima versione del decreto, che comprende le modifiche contenute in un maxi emendamento e sulla quale ieri sera il governo ha posto la propria fiducia: «Pongo la fiducia sul testo con alcune modifiche di coordinamento», aveva annunciato poco prima della discussione il ministro per i rapporti con il Parlamento, Pietro Giarda. Nell’ambito delle “modifiche di coordinamento” rientrerebbero anche alcuni elementi di sostanza, come per esempio l’estensione dell’aumento delle tasse universitarie anche agli studenti in corso.

Lo ha spiegato ieri sera il presidente della Commissione bilancio del Senato, Antonio Azzollini, che ha esaminato il testo del decreto e dato la sua approvazione venerdì scorso. Il decreto sulla revisione della spesa pubblica contiene infatti alcuni interventi sulla scuola, compreso quello sulle tasse universitarie. Il testo uscito nei giorni scorsi dalla commissione Bilancio prevedeva la possibilità di alzare le tasse solo per i fuori corso in base a tre diverse classi di aumento stabilite su altrettante fasce di reddito: aumento del 25 per cento con un ISEE (reddito) familiare fino a 90 mila euro lordi l’anno, del 50 per cento fino a 150 mila, del 100 per cento oltre i 150 mila.

Il maxi emendamento avrebbe confermato queste regole, aggiungendo il fatto che l’aumento delle tasse diventa possibile anche per gli studenti in corso con il limite che per i primi tre anni a partire dall’anno accademico 2013-2014 e se il reddito familiare di tali studenti è medio-basso, cioè inferiore ai 40 mila euro lordi l’anno, questi rincari non potranno «essere superiori all’indice dei prezzi al consumo dell’intera collettività» .

Il Corriere della Sera spiega come quest’ultima versione (già ipotizzata dal governo e poi scartata «per dare all’intervento un significato non solo economico ma anche meritocratico») sia legata alle analisi fatte dalla Ragioneria generale dello Stato e dal ministero dell’Economia:

E qui bisogna guardare alle difficili condizioni delle università italiane. Attualmente ogni ateneo non può ottenere dalle tasse degli iscritti più del 20% di quello che riceve ogni anno dal ministero dell’Istruzione con il cosiddetto Ffo, il fondo di finanziamento ordinario. Il punto è che negli ultimi anni il Ffo è in costante calo e così anche le università che non hanno fatto salire le tasse hanno finito per violare quella regola. Solo pochi mesi fa un ateneo prestigioso come quello di Pavia è stato condannato dal Tar della Lombardia per aver sforato quella soglia dell’1,33%. E altre sentenze sarebbero arrivate a breve perché – secondo i calcoli dell’Udu, l’Unione degli universitari – una buona metà degli atenei italiani è nelle stesse condizioni. Per questo – sempre nel decreto sulla spending review – il governo ha tirato fuori dal calcolo di quel 20% le tasse pagate dagli studenti fuori corso. La speranza era che sarebbe stato sufficiente alzare quella parte del gettito, le tasse dei fuori corso, per mettere a posto i conti di un settore sempre più in sofferenza. Ma le cose non stanno così.

Inoltre, l’aumento del 100 per cento delle tasse per chi è fuori corso e ha un reddito familiare superiore ai 150 mila euro si applicherebbe solo a 30 mila persone e non garantirebbe alle università un’entrata sufficiente. Anche per questo l’aumento delle tasse sarebbe quindi stato esteso anche agli studenti in corso. Il nuovo provvedimento, se otterrà stamattina il voto del Senato, passerà alla Camera per essere convertito in legge giovedì o venerdì.

Via|Il post

Crisi italiana 2012: Mai tanti disoccupati, record storico di 2,8mln, lo rileva l’Istat

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ROMA - Il tasso di disoccupazione a giugno é al 10,8%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su maggio e di 2,7 punti su base annua. E' il tasso più alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati, stime provvisorie). Guardando le serie trimestrali è il più alto dal III trimestre 1999. Il numero dei disoccupati a giugno è di 2 milioni 792 mila. Lo rileva l'Istat (dati provvisori). Si tratta di un record storico, il livello più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e delle trimestrali (quarto trimestre 1992).
L'Istat inoltre fa sapere che a giugno gli occupati sono 22 milioni 970 mila, in calo dello 0,1% rispetto a maggio (-29 mila unità). La diminuzione, aggiunge l'Istituto, riguarda in particolare le donne. A confronto con giugno 2011 il numero di occupati mostra invece una lieve crescita (+11 mila unità). Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali.
Il numero di disoccupati a giugno registra un boom, in rialzo su base annua del 37,5%, ovvero di 761 mila unità. Lo rileva l'Istat (dati provvisori e destagionalizzati), aggiungendo che su maggio la crescita è pari al 2,7% (73 mila unita).

Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a giugno è al 34,3%, in diminuzione di un punto percentuale su maggio. Lo rileva l'Istat (dati destagionalizzati e a stime provvisorie) aggiungendo che tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 608 mila. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia d'età.

A giugno l'Istat registra un forte calo del numero di inattivi, ovvero di chi non ha un'occupazione e neppure la cerca: su base annua la diminuzione è di 752 mila unità (-5%), mentre su maggio il calo è pari a 52 mila unità (-0,4%). Quindi continua a salire la partecipazione al mercato del lavoro, ma spesso accade che la maggiore offerta si traduce in disoccupazione.

giovedì 26 luglio 2012

Siria/Sporca guerra: Appello da diocesi Homs, non date piu' armi a ribelli

 Siria/Sporca guerra: Appello da diocesi Homs, non date piu' armi a ribelli

(di Luciana Borsatti) - ROMA, 25 LUG - Il fronte dell'opposizione al presiedente siriano Assad, pur nato da un movimento pacifico, e' ormai un insieme di milizie di diverse appartenze - dai Fratelli Musulmani ai salafiti ad Al Qaida -, con molti stranieri nelle loro file, armate da potenze all'estero e che si combattono anche tra loro tenendo in ostaggio la popolazione siriana. Ne e' convinta madre Agnes-Mariam de La Croix, superiora del monastero Deir Mar Yocoub di Qara (governatorato di Homs), e portavoce del Centro cattolico di informazione della diocesi locale. Sostenitrice dell'iniziativa "Mussalaha", per la "Riconciliazione" dal basso della societa' siriana, e' giunta oggi a Roma per incontrare alcuni politici e media italiani. E lanciare il suo messaggio ad un Occidente che giudica troppo incline a letture unilaterali della crisi in atto da 16 mesi. ''Si smetta di armare le milizie - dice - e favorire cosi' un'invasione di mercenari che stanno seminando il caos e distruggendo gli equilibri interni della societa' siriana.
L'unica soluzione per la Siria puo' venire solo dal suo interno, dopo un cessate il fuoco e con una piena attuazione del piano Annan''. E dunque no, dice la religiosa, anche ad una risoluzione Onu basata sul capitolo 7 della Carta, che prevede anche l'uso della forza: ''Si e' mai visto un intervento a fini umanitari che non abbia portato alla morte di civili?''. Per madre Agnes la soluzione puo' passare solo nel rendere parte attiva quella maggioranza, anche sunnita, che in Siria e' costretta al silenzio proprio dalle bande armate, che la tengono in ostaggio ''con il terrore'', dice, cioe' con minacce e rappresaglie sanguinose. Milizie ''indipendenti'', ribadisce, che non appartengono all'Esercito libero siriano e compiono ''veri e propri crimini contro l'umanita e i diritti umani''.
''Chi sono, a chi obbediscono?'', si chiede la religiosa.
E denuncia la presenza tra i ribelli di estremisti ''dalla Libia, dal Mali, dal Sudan, dal Pakistan e dall'Afghanistan'', oltre che quella di ufficiali turchi e di armi fornite da Arabia Saudita e Qatar. Ma e' anche sulle proprie fonti di informazione che l'opinione pubblica e le diplomazie occidentali dovrebbero interrogarsi, secondo la religiosa di origine palestinese.
''Il Consiglio Nazionale Siriano, che pur viene molto ascoltato, non rappresenta nessuno nel Paese, e l'opposizione all'estero e' divisa'', sottolinea madre Agnes. Che pero' diffida anche dei Comitati locali, ''molti dei quali - rileva - si impongono sulla popolazione locale'', e sono parte di una rete che, teme, viene anch'essa diretta e attrezzata tecnologicamente dall'esterno. Quanto al futuro del presidente Assad, conclude, ''perche' mai a decidere che deve andarsene devono essere quegli stessi che dall'estero armano i ribelli''?. La pace in Siria si puo' ricostruire soltanto dall'interno, e' la convinzione di Madre Agnes, e anche tenendo conto di quelle fasce di consenso che, rileva, per il presidente Assad nonostante tutto ancora rimane. Ma che le sue idee siano controverse lo dimostra il fatto che, racconta lei stessa, ha dovuto trasferirsi in Libano ''dopo una campagna di diffamazione nei miei confronti'' e accuse di essere vicina al regime, accuse cui si sarebbero fatti promotori anche alcuni cattolici. Dopo aver restaurato l'antico monastero di Qara e avervi fondato una comunita' religiosa internazionale, per mesi la religiosa ha aiutato le vittime civili del conflitto. Ora e' in Europa anche per lavorare ad un comitato di sostenitori illustri per la Mussalah in Siria. (ANSAmed).

venerdì 6 luglio 2012

7 Ways to Nurture Your Relationship –The secret of love 4ever

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Once you’ve found “the one”, a lifetime of love hardly seems like long enough. And since dating royally blows, you’ll want to make your relationship last. But how? Is there a magic formula? In short, the answer is no, but psychology has some ideas.

According to Psychology Today, love is one of the most widely studied and least understood areas of psychology. While science has yet to come up with all the answers, psychology has proven time and time again that lasting love requires nurturing.

Check out these 7 methods for nurturing your relationship:

1. Have sex
Nothing like cutting to the chase, huh? I know, you’re completely spent by the end of the day. Twenty seconds lying in the horizontal position and you’re already sawing logs. I get it, but consider this; sexual intercourse helps maintain feelings of intimacy and happiness that stand the test of time.

2. Spend time together
Remember early on when you were both dying to spend every waking moment together? Now you’re lucky if you can squeeze in a meal together. While no one is asking you to ditch the kids and work in favor of each other, make togetherness a priority. It doesn’t even matter how you spend your time, just so long as you’re together.

3. Think happy thoughts about your partner
According to Psychology Today, folks in lasting relationships engage in “sentiment override”, meaning they remember more positive than negative experiences about their partner. Choosing to focus on your partner’s annoyances hinder feelings of gratitude and positivity toward your partner.

4. Show some love
Never underestimate the power of affection in your relationship. Comforting hugs, tender kisses, and even listening touches speak volumes to your partner without saying a word.

5. Be happy
People who have positive feelings toward life actually have stronger feelings of love toward their partner! Just as negative feelings about life can affect your relationship negatively, positive feelings can affect your relationship positively. Engage in activities that bring you personal joy, and reap the benefit of personal passion with your partner.

6. Get flirty
Show your partner they’ve still got it with a little innocent flirting. A naughty squeeze, playful text, or extra long kiss is just what every relationship needs to keep those embers burning.

7. Miss your partner
Sure, he’s only at work, but that doesn’t mean he’s far from your thoughts. Up the aww factor and let him know he was missed.
What are your tips for making love last?

Source:Lori Garcia, Yahoo