venerdì 28 giugno 2013

ANGOLA 2013: Deutsche Bank, l’ANGOLA enorme potenziale ma ha bisogno di tempo

Luanda - Nei prossimi anni l'Angola potrebbe diventare il primo produttore di petrolio in Africa, superando così la Nigeria, la crescita economica si manterrà elevata specialmente quella nei settori non oil; tuttavia, gli investitori internazionali dovranno pazientare ancora per poter sfruttare l'enorme potenziale del mercato angolano. L'analisi è contenuta in un rapporto diffuso dal settore ricerche della Deutsche Bank (Db) sulla situazione del paese. "La produzione di petrolio dovrebbe raggiungere i 2 milioni di barili al giorno entro il 2015 - si legge nel rapporto - rispetto ai 1,75 di milioni del 2012. Guardando al lungo termine, se le riserve appena scoperte si riveleranno simili a quelle che si trovano in Brasile, l'Angola potrebbe diventare il più grande produttore di petrolio dell'Africa".

L'istituto di credito cita anche le altre risorse naturali del paese. "L'Angola è l'ottavo produttore mondiale di diamanti grezzi ed ha un notevole potenziale non sfruttato di rame, minerale di ferro, oro, fosfati e uranio - prosegue il rapporto - il Fondo sovrano da 5 miliardi di dollari lanciato nel mese di ottobre dovrebbe contribuire a isolare l'economia dalla volatilità dei prezzi del petrolio e se ben gestito, fornirà una solida base per la futura diversificazione economica". Fra gli altri provvedimenti positivi la Db segnala il "significativo aumento della spesa pubblica" deciso per il 2013 volto a "migliorare l'accesso all'istruzione superiore, sanità, igiene, acqua potabile e di un alloggio adeguato".

L'istituto di credito ricorda poi l'alto pil pro capite del paese (6mila dollari) e la crescita esponenziale che ha avuto dalla fine della guerra civile terminata nel 2002. Fra gli altri interventi positivi il rapporto cita i progressi registrati nei settori dell'energia e delle infrastrutture, le riforme per migliorare l'accesso al credito, gli incentivi fiscali per promuovere lo sviluppo industriale e l'intenzione del governo di emettere un eurobond pari a uno-due miliardi di dollari. "Tuttavia - prosegue - c'è una disparità di reddito molto alta: il 10% più ricco della popolazione detiene il 45% del reddito nazionale, mentre il 10% più povero detiene lo 0,6%". Riguardo agli investimenti stranieri la Db spiega che "fare affari in Angola rimane impegnativo in termini di infrastrutture e istituzioni.

Anche se l'inflazione sta rapidamente andando verso il basso Luanda e' la seconda città più cara al mondo per gli espatriati, secondo Mercer. Ci sono una serie di ragioni, tra cui la mancanza di concorrenza per molti prodotti, ad alta dipendenza dalle importazioni, le povere infrastrutture per il trasporto e l'alto livello dei salari del settore del petrolio". A complicare la situazione Db registra l'eccessiva burocrazia, la debolezza dei contratti, oltre alla percezione di inefficienza e corruzione delle strutture governative. "In un contesto di diversificazione economica, è una delle priorità del governo promuovere l'appello del paese agli investitori stranieri - conclude Deutsche bank - spesso lavorando con le controparti locali, in particolare attraverso gli investimenti pubblici e privati per i progetti pubblici strutturati ma dato il clima economico attuale, gli investitori avranno ancora bisogno di pazienza per poter sfruttare a pieno l'enorme potenziale del mercato angolano". (AGI) .

Nessun commento:

Posta un commento