domenica 27 febbraio 2011

Yara Gambirasio, il giorno del dolore; Choc e rabbia a Brembate

Yara Gambirasio, il giorno del dolore; Choc e rabbia a Brembate Bergamo/Ansa 27 feb - "Abbiamo trovato cose importantissime". Lo ha detto il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, durante uno dei sopralluoghi che sul luogo del ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso, i cui resti sono stati trovati ieri pomeriggio a Chignolo d'Isola, precisando che qualcos'altro si sta ancora cercando. Gli esperti sono al lavoro da ieri pomeriggio: oltre ai resti di Yara e ai suoi vestiti, intorno al corpo sono stati trovati alcuni suoi oggetti personali, tra i quali, pare, un i-Pod e un telefonino. Un operaio della ditta proprietaria del terreno dove e' stato ritrovato il corpo intanto ha ribadito di esser stato la' in passato e che "non c'era assolutamente niente". I genitori della giovane si sono recati oggi a Milano per il riconoscimento ufficiale del corpo su cui domani sara' effettuata l'autopsia. Tutta la comunita' di Brembate e' in lutto: annullati i festeggiamenti per il carnevale e le partite di calcio.

CADAVERE AVEVA BRACCIA ALL'INDIETRO. IN TASCA CHIAVI E SIM DI UN CELLULARE, MA MANCA TELEFONINO - Il corpo di Yara era disteso sulla schiena con le braccia all'indietro. A riferirlo è un testimone oculare, uno dei primi arrivati sul posto, che ha potuto osservare la scena del crimine prima che tutti venissero allontanati per fare spazio agli uomini della Scientifica. Secondo quanto si è appreso, i resti non erano individuabili da lontano, e nonostante si trovassero senza alcuna copertura nemmeno parziale sopra le sterpaglie, già da pochi passi risultavano praticamente invisibili. La scena apparsa davanti agli occhi delle prime persone accorse sul posto è stata quella di un cadavere in avanzatissimo stato di decomposizione: disteso sulla schiena, con le braccia all'indietro oltre il capo come nel tentativo di liberarsi da qualcuno di dosso, o forse per via di un breve trascinamento. Le mani parzialmente coperte dalle maniche del giubbotto, lo stesso che indossava il giorno che è scomparsa, come peraltro gli altri abiti che indossava, la felpa, i pantaloni elasticizzati e i guanti. In tasca sono stati trovati alcuni oggetti come una sim card di un telefonino, presumibilmente il suo, le chiavi di casa e la batteria di un telefonino, che invece manca all'appello. Il corpo in alcuni tratti era quasi mummificato e in alcuni punti scarnificato forse per l'intervento di alcuni animali, e presentava dei taglietti, uno più esteso alla schiena all'altezza dei reni, altri più piccoli all'altezza del collo e del petto. Segni che però ancora non è chiaro se siano stati provocati da chi l'ha aggredita o se siano stati inflitti post mortem. Una parola certa su tutto ciò non si potrà avere, a livello investigativo, fino a quando gli accertamenti più approfonditi sugli oggetti trovati e le risultanze autoptiche non daranno il giusto valore a ciascuno di questi elementi.

QUESTORE BERGAMO, TROVATE COSE IMPORTANTISSIME - ''Abbiamo trovato cose importantissime...''. Lo ha detto il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi, stamani in uno dei diversi sopralluoghi che ha effettuato sul luogo del ritrovamento del cadavere di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso, i cui resti sono stati trovati ieri pomeriggio a Chignolo d'Isola.

GENITORI ARRIVATI A ISTITUTO MEDICINA LEGALE MILANO - I genitori di Yara Gambirasio sono appena arrivati all'istituto di medicina legale di Milano dove e' stato portato il cadavere della ragazzina trovato ieri. I due erano a bordo di una macchina delle forze dell'ordine scortata da altre due autovetture e sono entrati direttamente in auto nel cancello dell'istituto.

OPERAIO AZIENDA, SONO STATO IN CAMPO NON C'ERA NIENTE - ''Io ci sono stato a cercare la', non c'era assolutamente niente''. Lo ha detto, questa mattina, con parole smozzicate, un operaio che lavora nella ditta Rosa & C., una Spa che produce laminati industriali, proprietaria del terreno sterrato e al momento incolto, dove ieri pomeriggio e' stato ritrovato il corpo di Yara Gambirasio. Gia' ieri si era accennato al fatto che oltre alle ricerche effettuate dai volontari della Protezione Civile proprio in quel posto, anche i dipendenti della ditta avevano deciso, in una occasione, di effettuare una ricerca tutti insieme. ''Si', si' - conferma l'operaio - ci siamo stati a vedere in quel posto. E c'ero anch'io, ma la' non c'era assolutamente niente''. La Rosa & C. Spa e' un'azienda molto grande con diversi capannoni, sia industriali che ad uso ufficio, che si estende per un fronte di oltre 100 metri e termina proprio alla fine della strada asfaltata oltre la quale comincia il campo incolto dove sono stati trovati i resti.

DON CORINNO, ADESSO SAPPIAMO COSA E' UN ORCO - ''Nelle favole tutto finisce bene ma adesso sappiamo cosa e' un orco e siamo preoccupati perche' l'orco e' tra noi'': lo ha detto don Corinno, parrocco di Brembate, nella messa delle ore 10. La chiesa era strapiena e in molti non hanno nascosto la loro commozione. Il parroco ha annunciato che fino a sera le campane del paese suoneranno a festa ogni ora ''perche' - ha spiegato - ora Yara e' un angelo''.

LA STORIA - Yara Gambirasio era scomparsa il 26 novembre, a Brembate Sopra (Bergamo). Erano più o meno le 18.40 quando la tredicenne, giovane promessa della ginnastica ritmica, è uscita dal palazzetto dello sport per tornare a casa. Da quel momento di lei si sono perse le tracce. Yara è scomparsa tra via Morlotti e via Rampinelli, lungo i 700 metri che portano dal centro sportivo alla sua abitazione.

Tre mesi dopo quella fredda sera d'autunno, gli interrogativi del primo giorno restano ancora senza risposta. Polizia e carabinieri hanno ascoltato centinaia di persone, scandagliato la vita di amici e familiari, perlustrato palmo a palmo decine di chilometri quadrati di terreni, dalla Val Brembana, alla zona dell'Isola, fino alla Bassa Bergamasca. Il fiuto dei cani ha portato al gigantesco cantiere di Mapello (Bergamo), ispezionato a fondo per circa due settimane, attorno al quale sono state fatte mille ipotesi.

Il caso sembrava chiuso già dopo una settimana, con l'arresto di un muratore marocchino, che poi si è rivelato estraneo alla vicenda.

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