venerdì 25 febbraio 2011

Crisi/Libia: L’Occidente tra sanzioni ed intervento militare

libya-woman-guerra_in_libia_manifestazioni_gheddafi_sparito Situazione militare sul filo del rasoio. I rivoltosi marciano sulla capitale. Il colonnello accerchiato nel suo bunker di Tripoli, ma le fonti sono incerte. Onu, Usa e Ue, divisi e incerti, oscillano tra ipotesi di sanzioni e possibile azzardo militare. Italiani intrappolati nel sud

Il caos della guerriglia urbana e quello dell'informazione frantumata. E' urgente «pianificare azioni coordinate per una adeguata assistenza umanitaria», si raccontano il presidente francese Nicolas Sarkozy,  il premier britannico David Cameron e l'italiano Silvio Berlusconi. Intuizione fulminante. Si muove anche Obama. Altro giro di telefonate per arrivare a concordare di risentirsi «per consultazioni ravvicinate nei giorni a venire». I grandi dell'Occidente 'si consultano per decidere di consultarsi' e la Libia affonda. Quella controllata da Gheddafi si sta stringendo sempre di più. Il regime continua a perdere i pezzi anche sul fronte politico. Ha chiesto asilo politico all'Egitto il cugino di Gheddafi, Ahmed Gadhaf al Dam, suo portavoce per gli affari internazionali. La Svizzera blocca i conti del clan Gheddafi.

Frammenti di guerra
Le notizie che si inseguono sui canali informativi internazionali sovente si contraddicono. O sono costrette a soffermarsi sui dettagli, mancando d'altro. Oggi si insiste sulla battaglia da Zawia, città a circa 40 chilometri a ovest della capitale. L'attacco dei militari libici a Zawia è durato circa cinque ore e ha causato 100 morti e 400 feriti, riferisce invece Al Jazeera, mostrando le immagini di un posto di polizia nella città dato alle fiamme. «È un massacro, ed è difficile stimare il numero di morti» ha detto un ufficiale all'emittente Al Arabiya. Si parla anche di migliaia di mercenari e miliziani africani che si starebbero dirigendo verso Tripoli per portare rinforzi al leader libico.

A macchia di leopardo
Persone fuggite dalla Libia in Tunisia hanno raccontato che i ribelli anti-Gheddafi hanno il controllo della città di Misurata. Violenti scontri anche a Sabratha, dove si trova un importante sito archeologico romano. Per la prima volta ci sono notizie di proteste anche nella città meridionale di Sabha, considerata una roccaforte del leader libico. Sliman Bouchuiguir, segretario generale della Lega libica per i diritti umani, citando fonti mediche, denuncia incredibili massacri a Tripoli. Bande armate dei «comitati rivoluzionari» al soldo di Gheddafi avrebbero fatto irruzione negli ospedali di Tripoli, uccidendo i feriti che avevano manifestato contro il regime.

Tentazioni di «guerra umanitaria»
L'Unione europea non esclude un intervento militare per fronteggiare l'emergenza umanitaria che si sta profilando. «Ipotesi allo studio», minimizzano fonti comunitarie da Bruxelles. Ma intanto se ne parla ed è già questo preoccupante. L'Unione europea dispone di unità militari chiamate «battle groups» che fanno parte dello «staff militare dell'Unione europeo». Nato col trattato di Nizza del 2000, della struttura non è comparsa traccia sulla stampa internazionale. Non è il corpo dei Marines, si può dedurre. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, comunque nega ed esclude l'ipotesi, «non se ne è parlato, non mi pare che ci siano le condizioni in questo momento».

Con Agenzia AMI

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