martedì 15 dicembre 2009

Mondo Futuro News: Graviano: «Mai conosciuto Dell'Utri» E smentisce il pentito Spatuzza Filippo Graviano e Lo Nigro negano la presunta trattativa Stato-mafia. (Corriere.it)

Filippo Graviano e Lo Nigro negano la presunta trattativa Stato-mafia. Berlusconi: «Siamo alle comiche»

Marcello Dell'Utri (Ansa)
Marcello Dell'Utri (Ansa)
MILANO - «Non ho mai conosciuto il senatore Dell'Utri né direttamente né indirettamente e quindi non ho mai avuto rapporti con lui». Filippo Graviano, collegato in videoconferenza con l'aula di Palermo dove si svolge il processo al senatore del Pdl, sceglie di rispondere ai giudici e fa segnare un punto alla difesa di Dell'Utri, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. L'ex boss di Brancaccio smentisce inoltre il pentito di mafia Gaspare Spatuzza sul loro colloquio del 2004 e sulla presunta trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra. Anche Cosimo Lo Nigro non conferma quanto riportato dal collaborante. La settimana scorsa, a Torino, Spatuzza ha indicato i Graviano come le fonti di tutte le sue informazioni sul presunto legame tra Silvio Berlusconi e Dell'Utri con gli ambienti mafiosi. «E che vi devo dire...? Ci sono state delle comiche» è stato il commento a caldo del premier alle dichiarazioni di Filippo Graviano. «Che vi aspettavate? Sono tutte chiacchiere, tutte falsità» ha aggiunto il capo del governo sorridendo ai giornalisti. La deposizione di Graviano, secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, «dimostra che occorre avere fiducia nella volontà e nella capacità della magistratura di accertare la verità». «Spatuzza è un pentito e Graviano no - è il parere di Massimo D'Alema -. Certo, spetta ai magistrati accertare il pentimento ma se un pentito fa una rivelazione sul capo mafia è difficile che l'altro lo confermi» ha aggiunto l'ex ministro.

«MAI DETTO DI ASPETTARMI AIUTI» - Nel corso di una conversazione tra l'ergastolano Filippo Graviano e Spatuzza, avvenuta nel 2004 a Tolmezzo, il boss di Brancaccio, secondo il pentito di mafia, avrebbe detto: «Se non arriva nulla da dove deve arrivare possiamo pensare a parlare con i magistrati ma prima dobbiamo parlarne con mio fratello Giuseppe». Ma Filippo Graviano nega. «Non ho mai detto quelle cose a Spatuzza». L'ergastolano smentisce di aver detto a Spatuzza di aspettarsi degli «aiuti» come presupposto per l'inzio di una collaborazione Stato-mafia. «Se ci fosse stata una vendetta da consumare non avrei aspettato tanto... Non è che abito in un hotel» ha spiegato Graviano ai giudici di Palermo, spiegando come da parte sua non c'è mai stata l'intenzione di rivalersi su presunti torti subiti per promesse non mantenute. L'ex boss di Brancaccio ha sottolineato come «nel '94 (periodo in cui, secondo Spatuzza, i Graviano avrebbero avuto assicurazioni da settori della politica ndr) non c'era nessuno che doveva farmi promesse, perché io all'epoca dovevo scontare solo quattro mesi di carcere. Perchè avrei dovuto chiedere aiuto?».

GIUSEPPE GRAVIANO NON RISPONDE - A differenza del fratello Filippo, il boss Giuseppe Graviano, citato come teste, si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Il mio stato di salute - ha detto - non mi consente di rispondere all'interrogatorio. Quando potrò informerò la Corte».

LO NIGRO - «Non sono mai stato a Campofelice di Roccella e i Graviano li ho conosciuti solo in carcere» ha detto invece Cosimo Lo Nigro, accettando di deporre. Anche Lo Nigro, l'ultimo teste sentito venerdì, ha smentito dunque quanto riferito da Spatuzza che ha raccontato di avere partecipato, alla fine del '93, a un incontro con Giuseppe Graviano e Cosimo Lo Nigro nel corso del quale il capomafia di Brancaccio gli avrebbe detto che era necessario fare l'attentato contro i carabinieri allo Stadio Olimpico di Roma «così chi si deve dare una mossa, se la dà». Frase che il pentito interpretò come riferita a una trattativa in corso tra la mafia e una parte della politica che, proprio un nuovo eccidio, avrebbe dovuto accelerare.

«MERAVIGLIATO DALLA SUA DIGNITÀ» - «Da dieci anni ho messo la legalità al primo posto nella scala dei miei valori» ha anche detto Filippo Graviano. Parole che hanno colpito molto Dell'Utri. «Sono meravigliato della dignità e della compostezza di questo signore. Nel guardarlo ho avuto l'impressione di dignità da parte di uno che si trova in carcere e ha delle sofferenze» ha spiegato il senatore, dopo la conclusione della deposizione del boss. «A differenza dell'impressione che mi ha fatto Spatuzza, mi è parso di vedere dalle parole di Filippo Graviano il segno di un percorso di ravvedimento» ha aggiunto Dell'Utri. «Una grande attesa, e oggi tutto questo si è sgonfiato si è annullato - ha detto poi il senatore del Pdl nel corso de Il Fatto del giorno-. È rimasto lo sputtanamento del Paese, dell'Italia, del governo, il tentativo di coinvolgere Berlusconi in una cosa indegna».

«BURATTINAIO» - Alla domanda se dietro i suoi processi abbia intravisto una regia, Dell'Utri ha replicato di credere all'esistenza di un burattinaio. Chi è? Gli è stato chiesto. «Non sono in grado di fare nomi e cognomi - ha detto il senatore - ma certo è che c'è un circuito mediatico-giudiziario che cerca di mistificare le cose. Ci sono dei pm che dichiarano apertamente le loro intenzioni: buttare giù Berlusconi e il governo, in combutta con certa informazione».

ATTACCO AD ANNOZERO - In una pausa dell'udienza di Palermo, prima della deposizione dei Graviano, Dell'Utri aveva attaccato duramente Annozero di Santoro. «È scandaloso quello che è stato fatto» ha detto il senatore, attaccando in particolare l'intervento di Marco Travaglio su Vittorio Mangano andato in onda giovedì sera. «Sono stanco: dopo 15 anni, lo dico, sono stanco, sinora ho cercato di stare relativamente tranquillo ma ora sono proprio stanco» ha detto il senatore Pdl. «Oggi i processi li fanno in televisione e sono finito in un circuito mediatico. Chiedo ai giudici di essere giudicato subito, finiamola con questa storia». A proposito della puntata di Annozero Dell'Utri ha anche annunciato di aver preparato «un esposto formale contro il programma di ieri che è da paese incivile». «Il processo stava per finire - ha ricordato poi il senatore del Pdl - quando ci hanno buttato dentro tutta questa spazzatura che fa perdere solo tempo». Poi un nuovo affondo su Annozero: «Hanno detto tutte cazzate. Le date della vicenda relativa all'arresto di Mangano erano tutte sbagliate».

LA DIFESA CONTESTA I PM DI FIRENZE - Al Palazzo di Giustizia del capoluogo siciliano i legali di Dell'Utri hanno contestato, all'inizio dell'udienza, la scelta dei pm di Firenze che nei giorni successivi alla deposizione di Spatuzza a Torino, avrebbero interrogato in carcere i boss Graviano.
«Denunciamo questa condotta della Procura che riteniamo inopportuna e priva di riguardo nei confronti della Corte» hanno detto gli avvocati di Dell'Utri.

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