martedì 29 maggio 2012

Quando lo Stato fa paura. Intervista esclusiva a Ida Magli, antropologa e saggista italiana

Quando un uomo indebitato vede il suicidio come unica soluzione, significa che è stato spinto verso tale gesto. Rimasto solo e indifeso contro poteri troppo forti, e soprattutto difesi da chi dovrebbe in realtà proteggere lui, preferisce togliere il disturbo. Minimalismo, nichilismo, depressione, ecco l’Italia che vogliono in Europa, ecco l’Italia del Governo Monti.
Ne parliamo con Ida Magli, antropologa e saggista italiana. Ha insegnato Psicologia sociale e Antropologia culturale alla Sapienza. Vincitrice del Premio Brancati per la letteratura con il libro “Gesù di Nazareth”. Ha applicato in tutto il suo lavoro il metodo antropologico, invece che alle culture etnologiche e primitive, alla cultura occidentale pubblicando i risultati delle sue ricerche in numerosi saggi dedicati soprattutto al cristianesimo, alla condizione delle donne, agli strumenti di comunicazione di massa. Scrive come opinionista su vari quotidiani, tra i quali Il Giornale. Presidente associazione politica e culturale Italiani Liberi. Antieuropeista, nel 1997 con il suo saggio “Contro l’Europa” (Bompiani) ha previsto ciò che sta accadendo oggi in Europa, in Italia.
Lo Stato ormai fa paura. Un ricco tiranno rinchiuso nel castello, distante anni luce dalla realtà. E fuori, gli italiani a morir di fame. Il benessere degli italiani è al primo posto tra le priorità di questo Governo? Siamo ancora noi lo Stato?
“No, sicuramente noi non siamo lo Stato. La situazione politica attuale, nella quale i parlamentari hanno tradito i loro elettori passando a persone non elette il compito di governare, lo testimonia in maniera plateale. Non esiste nessuna motivazione che possa rendere valida la rinuncia alla democrazia in un paese che pretenda di essere “civile”. Purtroppo però il tradimento dei parlamentari, che sono rimasti in carica invece di dimettersi, ha reso anche impossibile ai cittadini di cambiare questo stato di cose in maniera “legittima” ossia senza ricorrere alla ribellione.”
Il risanamento del debito pubblico. Eseguire gli ordini della BCE, sono una valida giustificazione mentre imprenditori, disoccupati, anziani e persone vessate dal fisco si danno fuoco o si suicidano a causa della crisi economica?
“La Bce non rappresenta per il popolo italiano nessuna istituzione: è una banca “privata” i cui soci-azionisti sono individui “privati”. Gli Italiani non sono mai stati interpellati sulla adesione dell’Italia all’Unione europea e nessun governo può legittimamente rinunciare alla sovranità monetaria. Lo pseudo-governo attuale opera da usuraio nel recuperare i debiti al di là delle possibilità dei cittadini spingendoli alla disperazione e al suicidio, cosa questa che è stata sempre ritenuta un crimine e condannata come tale fino dai tempi dell’Antica Roma e poi in Occidente per tutto il Medioevo (i Monti di Pietà sono stati creati dal 1200 in poi proprio per sottrarre i cittadini troppo vessati agli usurai). Che si tratti di istituzioni, di uomini politici o di singole persone non ha mai fatto nessuna differenza nella definizione dell’usura come crimine quando questa va al di là delle capacità dei debitori. Diversi imperatori romani, oltre a condannare gli usurai, trasformavano per decreto gli interessi già versati dai debitori in conto capitale restituito. “
Il reddito delle famiglie italiane, principale ammortizzatore sociale del Paese, è in netto calo. Le tasse sono in aumento incontrollato. I giovani sfiduciati hanno smesso di cercare lavoro. La disoccupazione è ai massimi storici. Questo il quadro che emerge dai dati Istat. Dove stiamo andando noi italiani?
“Credo purtroppo che non si veda un “futuro” possibile dove andare. Il meccanismo messo in atto per il cosiddetto “pareggio di bilancio” (che proprio oggi sarà votato dai parlamentari traditori per metterlo nella Costituzione) non può condurci che al disastro definitivo perchè il debito cresce nel momento stesso in cui si cerca di restituirlo (tutti i sacrifici fatti fino ad oggi, se ne sono andati in fumo con le perdite di ieri in Borsa che hanno fatto crescere a dismisura gli interessi da pagare sul debito). Insomma: siccome l’Italia non “crea” il denaro che le serve in quanto ha ceduto la sovranità monetaria, non può nemmeno restituirlo. L’unica strada è ritornare a battere moneta; non ce ne sono altre.”
Cito da un suo editoriale sul sito di ItalianiLiberi.it: “se vogliamo veramente combattere contro l’Unione, lo dobbiamo fare ogni popolo all’interno del proprio paese, in funzione delle forze e degli interessi del proprio paese”. A che punto sono le lotte dei movimenti antieuropeisti italiani?
“Veri e propri movimenti antieuropeisti, con una struttura politica in Italia fino ad oggi non ce ne sono stati; stanno sorgendo adesso: quello di Grillo, quello di Magdi Allam che però si limitano all’abbandono dell’euro, non chiedono l’uscita dall’Unione europea, mentre se non si esce dalle normative europee nei confronti dell’immigrazione, del commercio agricolo, ecc. non c’è speranza di rinascita per gli Stati Nazionali.”
Il ricatto europeo prevede che il tecnico Monti non venga messo in discussione, pena il crollo della Borsa italiana, l’aumento dello spread ed il conseguente fallimento dell’Italia. E’ davvero troppo tardi per uscire dall’Europa?
“Sono convinta che mai come per l’uscita dall’Europa valga il detto che non è mai troppo tardi. Se dobbiamo morire, almeno che si muoia con la dignità del nostro nome, della nostra libertà, non calpestati da adoratori del gioco di Borsa.”
La crisi economica ha avvicinato la gente ai movimenti di lotta per la tutela sociale e l’ha allontanata ancora di più dai partiti. Tutti si aspettano per le prossime elezioni un uomo forte da votare, distante da compromessi politici e al servizio degli italiani. Esiste una simile figura in Italia attualmente?
“Non mi pare, io non ne conosco. Però – lo ripeto- tutto è meglio della situazione attuale: l’importante è riprendere, quali che siano le circostanze e le persone, l’indipendenza e la libertà di votare.”
Cito ancora da un suo editoriale del 2002: “l’Unione Europea è un progetto imperiale di dominio sui popoli funzionale esclusivamente ai desideri di potenza e di ricchezza dei governanti, cosa che spiega come mai non vi sia nessun partito che vi si oppone e perché gli organi di informazione tacciano il più possibile”. Gli Italiani si oppongono alla politica di questo Governo tecnico, dettata dall’Europa, e sostenuta da un finto parlamento. Ma come avvenne in Irlanda, per quale motivo in Italia non è ancora iniziata una battaglia referendaria contro l’Europa?
“Perchè, come abbiamo visto, nessuno ha preso l’iniziativa politica in questo senso, e senza un’organizzazione, senza soldi, senza l’appoggio dei mezzi d’informazione, non si può proporre un referendum (se fosse stato possibile, l’avrei fatto io).“
Il suo prossimo lavoro “Dopo l’Occidente” (Bur) sarà in libreria nei prossimi giorni. “Lo strapotere della finanza, la fine della politica, il tramonto della Chiesa. Come possiamo riprendere in mano il nostro futuro, prima che i banchieri ce lo comprino a prezzi stracciati”. Lei aveva ragione già nel 1997. Può anticiparci ancora qualcosa prima che i padroni del denaro eliminino coloro in grado di pensare, di produrre pensiero?
“Purtroppo io prevedo la fine della civiltà europea e un lento ma triste tramonto del cristianesimo e dei “bianchi” (c’è chi piange per la morte dei “panda”, ma non ci saranno più in Europa capelli biondi, occhi azzurri, e soprattutto non ci saranno più le intelligenze europee, anche se ancora non ho sentito nessuno piangere per questo). Però, anche se l’ho scritto, confesso che spero ancora che qualcuno si scuota da questo stato preagonico e cominci finalmente a combattere. Non spero nella Chiesa Cattolica, anche se avrebbe potuto fare molto per influire sui politici, ma spero in coloro che amano Gesù, che amano il Vangelo. Spero anche in coloro che amano Beethoven e Puccini, Leonardo e Tiziano, Petrarca e Leopardi, insomma in coloro che amano la civiltà europea e gli immensi doni di pensiero e d’arte che ha dato al mondo. Possibile che non ci sia un solo “ricco” che voglia fare qualcosa per salvarla? Io non ho denaro, ma sto preparando un “pentolone” d’acciaio da seppellire in un piccolo orto con la musica, i libri, i dizionari di italiano-russo, italiano-cinese, italiano-inglese, nella speranza che un domani qualcuno lo ritrovi e sappia qualcosa di noi come noi abbiamo fatto per tanti popoli che non esistono più.”
Grazie alla Professoressa Ida Magli. Il suo pensiero se giusto o sbagliato potrà dirlo solo il tempo. Nel 1997 lei aveva ragione.
Fonte: www.napolitime.it

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