Si tratta di soldi che si vanno ad aggiungere a quanto gli stranieri già pagano per i costi amministrativi della pratica di permesso di soggiorno. Non è frutto della manovra del governo Monti, ma un lascito dell'ex ministro dell'Economia Tremonti e dell'ex dell'Interno, Maroni. I soldi così incassati dallo Stato andranno in parte a rimpinguare il Fondo rimpatri di VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Arriva la stangata sui migranti: una tassa che va dagli 80 ai 200 euro per chi chieda il rilascio o l'ennesimo rinnovo del permesso di soggiorno. Soldi, sia ben chiaro, che vanno ad aggiungersi a quanto gli stranieri residenti in Italia già versano per i costi amministrativi della pratica. Il "regalo" del 2012, contenuto nella Gazzetta ufficiale del 31 dicembre scorso, non è del governo Monti, ma è un lascito che porta la firma di due ex ministri: Giulio Tremonti e Roberto Maroni.
La tassa sul migrante. Il "Contributo per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno" lo si deve al decreto del 6 ottobre 2011 dell'allora ministro dell'Economia di concerto con il responsabile del Viminale, pubblicato nella Gazzetta ufficiale di fine anno 1. La tassa varia a seconda del tipo di permesso richiesto: "La misura del contributo per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno a carico dello straniero di età superiore ad anni diciotto è determinata come segue:
a) Euro 80,00 per i permessi di soggiorno di durata superiore a tre mesi e inferiore o pari a un anno;
b) Euro 100,00 per i permessi di soggiorno di durata superiore a un anno e inferiore o pari a due anni;
c) Euro 200,00 per il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo". La nuova tassa scatterà il 30 gennaio prossimo e non si applicherà ai richiedenti asilo.
Il Fondo rimpatri. I soldi così incassati dallo Stato andranno in parte a rimpinguare il Fondo rimpatri, "finalizzato a finanziare le spese connesse al rimpatrio dei cittadini stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorio nazionale verso il Paese di origine", in parte andranno al ministero dell'Interno per finanziare le attività di "ordine pubblico e sicurezza" del dipartimento della Pubblica sicurezza e le attività di accoglienza di competenza del Dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione.
Via | la Repubblica
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