Luanda (Agenzia Fides) - L’Angola corre in soccorso dell’antico colonizzatore, il Portogallo, tramite forti iniezioni di liquidità sul suo mercato nazionale. Nel 2012 l'economia portoghese dovrebbe infatti registrare una contrazione del 2,8% mentre il prodotto interno lordo (PIL) dell'Angola, un Paese ricco di petrolio, è destinato a crescere del 12%. Luanda ha fondi da investire all’estero, mentre Lisbona è costretta a privatizzare i suoi gioielli economici nazionali: deve vendere tutto o in parte la TAP, compagnia aerea di bandiera, la Energias de Portugal o la banca BPN.
Secondo i calcoli dello IPRIS (Istituto Portoghese per le Relazioni Internazionali), gli investimenti dell'Angola in Portogallo sono cresciuti da 1,6 milioni di euro del 2002 a 116 milioni di euro del 2009, e il 3,8% della capitalizzazione della Borsa di Lisbona è ora passata nelle mani di angolani. È però vero che se diversi angolani hanno interessi economici in Portogallo, a Luanda operano ancora diversi imprenditori portoghesi.
Sono sorti però dei dubbi etici sulla scarsa trasparenza degli investimenti angolani, che potrebbero essere frutto di malversazioni e di tangenti. In particolare da anni, organizzazioni anticorruzione internazionali affermano che buona parte dei proventi del petrolio angolano spariscono in conti correnti gestiti da funzionari corrotti. Una parte di questi fondi potrebbero essere stati investiti nell’economia portoghese.
martedì 3 gennaio 2012
L’Angola investe in Portogallo, nonostante le preoccupazioni sulla provenienza di parte dei fondi
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