Roma, 16 mag. (Adnkronos) - L'adattamento teatrale del nuovo romanzo di Banana Yoshimoto, ''Chie-Chan e io'' di Giorgio Amitrano, in scena al Piccolo Eliseo dal 19 maggio, racconta la storia di Kaori, una donna di quarantadue anni, e del rapporto profondo che la lega a sua cugina Chie-Chan, di cinque anni piu' giovane. E' un legame particolare quello tra le due donne, al punto da rendere impossibile una vita fuori da questo nucleo; una dipendenza affettiva che mette in crisi la libera esistenza, priva di legami, della donna giapponese in cerca di emancipazione. Banana riprende in questo libro, leggero e profondo, alcuni dei suoi temi ricorrenti: la solitudine, la convivenza con la morte e, soprattutto, la famiglia come invenzione: l'autrice contrappone alla famiglia biologica, in forte crisi nella societa' moderna, un nucleo familiare non convenzionale, all'interno del quale, in questo caso, il polo maschile ne e' escluso.
Come sempre, la Yoshimoto ci mostra personaggi che non hanno radici, orfani (una scena molto forte del romanzo e' quella in cui Chie-chan scopre le reali circostanze della propria nascita e il suicidio della madre) che tentano di superare questo trauma ''costruendosi'' un'altra vita, quasi da favola, che aiuti loro a spiegare la realta', consentendoli di entrare nell'eta' adulta. La moda e l'Italia, sono due leitmotiv del romanzo. Altra ossessione del Giappone contemporaneo. Pur non essendo personalmente vittime del fashion style, le due donne vivono costantemente nel glamour. Kaori lavora in una boutique di lusso della zia, ed e' costretta a viaggiare spesso tra Tokio e Milano per acquistare abiti e pur non coltivando l'interesse per la moda ha un forte senso estetico, osserva e commenta la bellezza degli abiti e la qualita' delle stoffe.
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