Il presidente francese rilancia un'opzione libica per la Siria. Dal Canada all'Italia espulsi i diplomatici in reazione al massacro di Hula. Ma con Kofi Anan, Assad si difende: "Fermate i terroristi, o niente pace"
Il presidente francese Francois Hollande alza la voce e rilancia una sorta di opzione libica per la Siria. L'inquilino dell'Eliso ha avvertito Damasco che non si puo' escludere un intervento militare internazionale se ci fosse il via libera del Consiglio di Sicurezza Onu.
Dal Canada all'Italia almeno altri 6 paesi hanno già espulso i diplomatici siriani dichiarandoli persone non gradite dopo il massacro di Hula si tratta di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, Olanda e Australia. Tutti hanno preso la decisione di espellere gli ambasciatori dalle rispettive capitali. Si tratta di una reazione al massacro di Hula che ha visto l'uccisione da parte delle forze di sicurezza di almeno 108 civili, tra cui diverse decine di bambini.
L'ambasciatore della Repubblica Araba Siriana a Roma Khaddour Hasan è stato convocato oggi alla Farnesina e dichiarato "persona non grata". Lo riferisce il ministero in una nota. In tal modo, si legge "il governo italiano ha inteso ribadire l'indignazione per le efferate violenze contro la popolazione civile ascrivibili alle responsabilità del governo siriano". Il provvedimento, coordinato con altri partner europei, è stato esteso ad alcuni funzionari dell'ambasciata. Oggi le Nazioni Unite hanno diffuso altri dettagli sulla strage. La maggioranza delle vittime del massacro di Hula, dice il portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu ai diritti dell'uomo, è stata giustiziata.
Crediamo che meno di 20 dei 108 assassinati siano attribuibili a tiri dell'artiglieria e dei carri armati", ha dichiarato Colville in conferenza stampa. "La gran parte delle altre vittime è stata giustizia sommariamente" in due episodi differenti. Per i residenti gli autori del massacro sono le forze di Assad e le milizie pro-regime "shabiha".
Altre accuse contro e forze del regime sono state avanzata dal quotidiano britannico The Daily Telegraph, che cita le le vittime e le organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Le forze di sicurezza siriane utilizzano lo stupro come arma contro donne e uomini dell'opposizione, per diffondere il timore. Nei centri di detenzione lo stupro è chiaramente utilizzato come forma di tortura per umiliare e degradare le persone", dice Nadim Khoury, vice direttore per il Medio Oriente di Human Rights Watch. La Gran Bretagna sta per lanciare una campagna contro lo stupro come strumento di guerra, che sarà al centro della presidenza britannica del G8, il prossimo anno. Il minisro degli Esteri William Hague recluterà oggi l'attrice Angelina Jolie per fare da testimonial alla campagna.
Ma la Francia non è d'accordo con un intervento armato
La Francia esclude per il momento un intervento armato di terra in Siria. Lo ha affermato il ministro degli Esteri Laurent Fabius in un'intervista a Le Monde. "Le forze armate siriane sono potenti - ha detto Fabius - nessuno stato è pronto a prendere in considerazione un intervento di terra perché il rischio che il conflitto si allarghi a tutta la regione è troppo alto, soprattutto in Libano". Per quanto riguarda la politica 'atlantista' del governo precedente, Fabius ha spiegato che la Francia resta "un solido alleato" degli Usa "ma non siamo - ha aggiunto il ministro - allienati".
Dall'Onu arrivano i primi elementi dell'inchiesta sul massacro
Le indagini evidenziano le gravissime responsabilità di Damasco. La maggior parte delle vittime non sono infatti state colpite dall'artiglieria, come si riteneva in un primo momento, ma passate per le armi in esecuzioni sommarie, avvenute casa per casa. "Famiglie intere sono state sterminate", ha affermato un portavoce dell'ufficio dell'Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani. Dei 108 morti (dei quali 49 erano bambini e 34 donne), meno di 20 sono morti sotto le bombe; il resto sono state vittime di esecuzioni sommarie, "compresa la gran parte dei bimbi assassinati". La notizia è rimbalzata a Damasco dove era in corso l'incontro tra Annan ed Assad. Il portavoce dell'inviato Onu ha diffuso un comunicato per riferiare che Annan ha manifestato al presidente siriano la "grave preoccupazione" della comunità internazionale per la perdurante violenza e gli ha fatto presente "in termini molto espliciti" come il piano di pace necessiti di "passi coraggiosi" per porre fine alle violenze e per arrivare al rilascio dei detenuti.
Anche il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato l'eccidio di Hula, sottolineando che "la pazienza del mondo si sta esaurendo". A conferma inoltre che il conflitto potrebbe estendersi pericolosamente, nella notte e' arrivata la notizia che spari dell'esercito siriano al confine con il Libano hanno causato la morte di un contadino libanese. Intanto l'opposizione siriana fa sapere di essere pronta a prendere il controllo degli arsenali chimici di Assad non appena il regime crollera': "Sarà una delle nostre priorità così da evitare che cadano nelle mani di terroristi", ha detto una fonte anonima.
Ma Assad si difende: Piano dipende dalla fine del terrorismo
Il presidente siriano Bashar al Assad ha respinto le accuse di esser responsabile del massacro di Hula, nei pressi di Homs, e ha affermato che il successo del piano dell'inviato Onu Kofi Annan "dipende dalla fine del terrorismo", sostenuto da Stati Uniti, Turchia, Francia, Israele e Paesi arabi del Golfo. Lo riferisce la TV di Stato siriana, con una scritta in sovrimpressione: "Il successo del piano dipende dalle fine del terrorismo, da quelli che lo sostengono e dalla cessazione del contrabbando di armi".
La BBC beccata ad inventare notizie false contro il Governo siriano.
Fonte www.ilmanifesto.it
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