Tutto sembra uguale come prima invece il mondo sta cambiando il più velocemente possibile. Questa crisi testerà la solidità dell'Europa, le relazione transatlantiche, la leadership americana, i nuovi equilibri geopolitici, il posizionamento e peso geopolitico della Cina.
RICORDIAMOCI. Dopo questa crisi, voluta, finanziata e gestita male, niente sarà più più come prima. Presto viveremo il vero peso di questo evento le cui conseguenze continuano imprevedibili.
DUE VITTIME ECCELLENTI. La prima è la "cooperazione militare tra gli USA e la Russia", indispensabile per la risoluzione di varie crisi aperte in giro per il mondo, tra cui quella siriana, quella iraniana e l'afgana. La seconda è "l'amputazione del G8", c'era una volta ed altri organismi internazionali a guida occidentale. Così abbiamo visto la vaporizzazione del G8 di Sochi e presto sapremo quali altri meeting salteranno.
Sullo sfondo resta l'equilibrio atomico. L'Hard Power nel cuore dell'Europa apre tantissime interrogazioni che presto saremo obbligati a risponderle.
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Gli scontri a Kiev e la battaglia per l’Ucraina, nel contesto
L'intervento militare della Russia segna l'inizio di una nuova fase in Ucraina: una crisi che non è mai stata solo nazionale coinvolge ora le principali potenze mondiali. Le migliori analisi di Limes sull'argomento.
[Ultimo aggiornamento: 3/3/2014]
[[Fonte dell'illustrazione: http://nuzgul.livejournal.com/]
Ora che le truppe della Russia hanno preso il controllo della penisola di Crimea,poco dopo che il parlamento russo aveva autorizzato il presidente Putin a impiegare le Forze armate in Ucraina, la crisi in quest'ultimo paese ha raggiunto una nuova fase.
Coinvolge ormai direttamente un paese estero (la Russia, appunto) e indirettamente l'Unione Europea e gli Stati Uniti, che sostengono il nuovo governo di Kiev e vogliono evitare ulteriori escalation militari da parte di Mosca. I paesi del G-7 (Usa, Canada, Giappone, Francia, Germania, Regno Unito, Italia) e i presidenti del Consiglio e della Commissione Europea hanno sospeso i lavori di preparazione al G-8 previsto per giugno a Sochi, in Russia, che ha da poco ospitato le Olimpiadi invernali.
Il segretario di Stato Usa John Kerry ha inoltre minacciato sanzioni economichecontro Mosca e l'esclusione della stessa dal G-8. Kerry, che ha condannato l'invasione russa, sarà a Kiev martedì 4 marzo per sostenere il nuovo governo ucraino. La Cina invece, secondo un comunicato del ministero degli Esteri russo, avrebbe le stesse vedute di Mosca sulla crisi. Il ministro Sergey Lavrov ha parlato con il suo omologo cinese Wang Yi lunedì 3 marzo.
Da più di tre mesi, l'Ucraina è spaccata tra i sostenitori dell'ormai ex presidente filo-russo Viktor Yanukovich e una variegata opposizione (in cui ci sono tanto gli europeisti quanto i nazionalisti) che si riunisce in piazza Indipendenza (Maidan Nezhaleznosti), nel centro di Kiev, e nelle altre città del paese. Le manifestazioni di protesta, più volte degenerate in violenti scontri con la polizia, hanno fatto decine di morti.
L'accordo che era stato raggiunto il 21 febbraio per risolvere la crisi non è stato rispettato. Yanukovich è stato rimosso da un voto del parlamento (tecnicamente privo di validità giuridica), è ufficialmente ricercato "per omicidio di massa di cittadini pacifici" ed è andato in Russia, ma si considera ancora il presidente dell'Ucraina. Il capo di Stato ad interim è Olexander Turchynov; il nuovo premier è Arseni Iazeniuk. Entrambi provengono da Unione Pan-Ucraina Patria, il partito dell'ex premier Yulia Tymoshenko, liberata il 22 febbraio.
La situazione in Crimea, repubblica autonoma la cui popolazione è in maggioranza russa, era tesa da alcuni giorni prima dell'intervento delle truppe di Mosca. Nella capitale Sinferopoli è stato occupato il parlamento e rovesciato il governo. Per le strade, sostenitori del nuovo governo ucraino hanno fronteggiato gruppi di filo-russi. Mentre uomini armati non identificati ma riconducibili alla Russia presidiavano gli aeroporti della repubblica, venerdì 28 febbraio il nuovo premier filo-russo della Crimea Sergiy Aksyonov ha ufficialmente richiesto l'aiuto di Putin "per riportare la pace e la calma". L'aiuto, come visto, è arrivato. Per il 30 marzo è previsto un referendum sull'aumento dell'autonomia.
Giorni prima, il Cremlino aveva ordinato una serie di esercitazioni militari nel Distretto militare occidentale che hanno coinvolto circa 150 mila uomini delle Forze di difesa terrestri e aeree, dei reparti corazzati e delle flotte del Nord e Mar Baltico. Si è trattato dell'esercitazione più grande degli ultimi anni, che è arrivata a lambire il confine con l'Ucraina. L'aviazione militare è stata messa in stato di massima allerta.
A Kiev il ministro degli Interni ad interim Arsen Avakov aveva annunciato lo scioglimento della Berkut, i reparti di polizia antisommossa responsabili di parte delle violenze nei giorni della protesta (Mosca ha offerto il passaporto russo ai suoi membri). Il governo ucraino ha accusato la Russia di "invasione armata", mobilitato l'esercito e richiamato i riservisti.
La partita per il futuro dell'Ucraina coinvolge anche protagonisti internazionali - la Russia, l'Unione Europea, financo il Vaticano - e si presta a diverse chiavi di lettura.
Protagonisti nazionali
Per rintracciare le origini della faglia politica e culturale che sta lacerando l'Ucraina è utile fare un salto indietro nel tempo agli episodi che hanno portato alla separazione tra l'elemento nazionale ucraino e quello russo. Oggi, secondo gli ucraini filo-occidentali, la battaglia si combatte per affermare i valori europei e per una società più libera e giusta. Ma le pressioni cui Kiev è sottoposta, da Est e da Ovest, rischiano di celare un'altra lotta per il potere, combattuta dagli oligarchi, che potrebbe plasmare il futuro dell'ex repubblica sovietica.
Due o tre cose che so sull'Ucraina di Dario Quintavalle
L'Ucraina e il fantasma dei Balcani di Lucio Caracciolo
Storia del nazionalismo e della russofobia in Ucraina di Andrea Franco
Il popolo dell'Ucraina sta versando il sangue per i valori europei di Jurij Andruchovych
Russia o Europa? Rivoluzioni, oligarchi e il futuro dell'Ucraina di Stefano Grazioli
[Carta di Laura Canali tratta da "Grandi Giochi nel Caucaso"]
Protagonisti internazionali: l'Unione Europea contro la Russia
Anche l'Unione Europea ha le sue responsabilità nella crisi: la linea dura tenuta in vista del Vertice di Vilnius, soprattutto sul caso-Tymoshenko, ha finito per alienare Kiev, a favore di Mosca. Il no ucraino alla firma dell'Accordo di associazione all'Ue rappresenta un duro colpo sia al progetto dell'Europa classica dei padri fondatori, che si immaginavano il superamento dei nazionalismi, sia alla prospettiva di radicare illimes europeo fin nel cuore della culla nazionale russa.
È il trionfo di Putin, che ha alternato sapientemente la minaccia di un taglio alle forniture energetiche e la promessa di aiuti finanziari, avendo la meglio sugli aridi ultimatum di Bruxelles. La leva energetica non è stata l'unico strumento usato dal Cremlino, che ha condotto con alterne fortune delle vere e proprie guerre alimentari contro i prodotti dei paesi del suo Estero vicino, Ucraina compresa.
Le sciabole dello zar: cos'è l'Ucraina per Putin di Lucio Caracciolo
Non solo Ucraina: il disastro storico dell'Ue al vertice Vilnius di Stefano Grazioli
Lenin, l'Ucraina contro la Russia e la scelta dell'Europa di Lucio Caracciolo
La Russia batte l'Unione Europea e si riprende l'Ucraina di Stefano Grazioli
Il ricatto di Mosca che tiene Kiev fuori dall'Ue di Lucio Caracciolo
La guerra a tavola: l'embargo della Russia sui prodotti alimentari dei vicini di Cecilia Tosi
[Carta di Laura Canali - per ingrandire clicca qui]
Energia
Nella battaglia per l'Ucraina, il capitolo energetico è cruciale. Basti pensare alle manovre del presidente Yanukovich per smarcarsi dalla morsa russa riformando il settore e tentando di diversificare le fonti di approvvigionamento. Ne è un esempio l'interessamento di Kiev verso l'interconnettore Agri, infrastruttura che, tagliando il Mar Nero, potrebbe aprire un nuovo corridoio tra il Caucaso e i mercati europei. Ma l'indipendenza energetica per l'Ucraina rimarrà un miraggio.
In Ucraina si gioca la partita energetica tra Russia e Ue di Lorenzo Colantoni
Agri, la chiave energetica dell'Europa contro la Russia di Fabio Indeo
Kiev sogna l'indipendenza energetica ma rischia un brusco risveglio di Stefano Grazioli
[Carta di Laura Canali - per ingrandire clicca qui]
Russia-Vaticano
La crisi in Ucraina può influenzare anche i rapporti fra la Russia e il Vaticano: rischia infatti di compromettere l'intesa fra Vladimir Putin e papa Francesco, mettendo a nudo la distanza che separa Santa Sede e Cremlino rispetto al destino di un paese storicamente permeato da cattolicesimo e ortodossia. Nell'angelus di domenica 2 marzo, il pontefice ha rivolto un appello alla comunità internazionale, chiedendole di sostenere ogni iniziativa a favore del dialogo e della concordia.
Il fuoco di Kiev separa Putin e papa Francesco di Piero Schiavazzi
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