Mentre l’eurozona fa di tutto per riuscire a sconfiggere la crisi del debito che sta affogando i paesi periferici, e mentre l’Unione Europea si sforza per raggiungere una maggiore “integrazione”, la Svezia inizia ad avere dei ripensamenti: mai prima d’ora c’era stata tanta ostilità nei confronti dell’euro.
La Svezia è un caso speciale. È entrata a far parte dell’UE nel 1995, dopo che ai suoi cittadini fu gentilmente permesso di esprimere la propria volontà in un referendum nel 1994, con 52,3% dei voti a favore. Come ogni paese che entra a far parte dell’UE, la Svezia ha firmato un trattato di adesione che la obbliga ad adottare l’euro, ma senza una data di scadenza. Quindi nel 2003, il governo pensò che fosse arrivato il momento di darsi una mossa; e così ha chiesto ai cittadini, in un referendum non vincolante, se volevano aderire all’eurozona. Era il 14 Settembre.
No all’euro
I cittadini si ribellarono. Demolirono l’euro, con il 55,9% dei voti contrari e il 42% favorevoli. Non volevano scambiare la loro adorata krona con il nuovo “moderno” euro. Non volevano rinunciare alla sovranità sulla loro politica monetaria. Questo al tempo scosse eurocrati, membri dei governi, membri delle finanze, e capi di stato di tutto il continente. E la struttura di potere europeo imparò una lezione: non lasciare la decisione alla “gentaglia”; questa è stata l’ultima volta in cui è stato permesso ai cittadini dell’UE di votare sull’euro.
lunedì 17 dicembre 2012
Svezia: nell’Euro? No, grazie. Opposizione da record
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