giovedì 2 luglio 2009

Italia - Verso uno Stato di Polizia: «Pacchetto sicurezza» al voto Reato l'immigrazione clandestina - Il provvedimento sulla sicurezza - Ma il Tar del Lazio dice no all'identificazione dei Rom con le impronte

Alcuni manifestanti protestano in piazza Navona, a Roma (Ansa)
Alcuni manifestanti protestano in piazza Navona, a Roma (Ansa)
ROMA — Si potranno organizzare le ronde, l'immigrazione clandestina diventerà reato: oggi, salvo sorprese, il Senato trasformerà in legge il ddl sicurezza già approvato il mese scorso dalla Camera. Mancano solo il voto finale e, in apertura di seduta, il terzo e ultimo di fiducia, previsto per questa mattina alle 9.30. Ieri il governo ne ha incassati due: alla prima tornata ha ottenuto 164 sì, (124 i no e tre gli astenuti); alla seconda i voti favorevoli sono stati 162, 127 i contrari e quattro gli astenuti, tra cui il senatore Giulio Andreotti. Durante il dibattito c'è stata una manifestazione della Rete davanti a palazzo Madama: un centinaio i partecipanti, con lancio di pannolini ai carabinieri: «Se caccerete immigrati e badanti dovrete pulirvi da soli».

Con la nuova legge gli immigrati irregolari rischieranno il processo. La permanenza nei Centri di identificazione temporanea potrà toccare i 180 giorni (finora il limite è stato di 60), mentre i cittadini potranno organizzarsi in ronde. Vietate, però, le armi. Ovvia la soddisfazione dei capigruppo del Pdl e della Lega, Maurizio Gasparri e Federico Bricolo; durissima la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro: «È uno dei provvedimenti più orribili, inutili e dannosi che si potessero scrivere», sostiene. Perplesso, ancora una volta, il presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Non si può pensare di risolvere il tema dell'immigrazione solo con politiche domestiche sulla sicurezza». Sono dubbi che superano i confini della politica: da ieri una sentenza del Tar del Lazio cancella la norma più discussa del decreto sull'emergenza nomadi, quella che prevedeva di identificare i rom, adulti e bambini, attraverso impronte digitali e fotografie.

Bastano poche righe, ai giudici amministrativi, per liquidare quei rilievi segnaletici costati all'Italia critiche feroci e anche un richiamo dell'Europarlamento. «La previsione — si legge nella sentenza — si rivela violativa dei principi generali in materia di libertà personale, delle norme poste a tutela dei minori nonché dell'art. 20 D.Lgs 196/2003 sul trattamento dei dati personali», cioè della legge sulla privacy. In pezzi anche i regolamenti approvati in Lombardia e nel Lazio per controllare i campi nomadi con registri presenze, tessere fotografiche, vigilantes agli ingressi, limiti ai visitatori. Sono norme, sostengono i giudici amministrativi, che violano l'articolo 16 della Costituzione, in base a cui ogni cittadino è libero di circolare nel territorio nazionale. Per il resto il decreto del 21 maggio 2008, che era stato impugnato dalla European Roma Rights Centre Foundation, supera l'esame del Tar: «Considerata la presenza di un'oggettiva situazione di pericolo anche e soprattutto per la stessa popolazione nomade, sotto i profili igienico-sanitario, socio-ambientale e della sicurezza pubblica, la dichiarazione dello stato di emergenza» in Lombardia, in Campania e nel Lazio «risulta scevra dai vizi di legittimità».

Lavinia Di Gianvito




Primi due voti di fiducia al ddl sicurezza

Il provvedimento istituisce il reato di immigrazione clandestina e consente le ronde


L'aula del Senato (foto d'archivio)
L'aula del Senato (foto d'archivio)
ROMA
- Il Senato si appresta a confermare il testo del disegno di legge per la Sicurezza approvato il mese scorso dalla Camera dei Deputati. Il governo ha infatti incassato il sì a due dei tre voti di fiducia previsti. Rimane soltanto la terza e ultima fiducia (prevista giovedì mattina alle 9,30) e il voto finale. Entro le 13, quindi, dovrebbe diventare legge il testo che istituisce il reato di immigrazione clandestina e che consente ai cittadini di organizzarsi in forma associata per presidiare il territorio, ovvero le ronde. La prima delle due votazioni del pomeriggio si è conclusa con 164 sì, 124 no e tre astenuti. Sulla seconda si sono contati 162 voti favorevoli, 127 contrari e 4 astenuti, trai quali il senatore a vita Giulio Andreotti, assente nella prima votazione.

CLANDESTINITA' - La decisione, adottata nella conferenza dei capigruppo, di articolare su tre voti di fiducia i lavori, era stata presa per «non dover ricorrere a un maxiemendamento e quindi mantenere intatto il testo già approvato alla Camera», aveva spiegato nella mattinata il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. Se fosse stato scritto un solo maxiemendamento sul quale far votare l'Aula, infatti, il testo sarebbe poi dovuto ripassare da Montecitorio per un'ulteriore approvazione. Fra le norme contenute nel pacchetto che verrà varato (salvo sorprese), è da ricordare il reato di clandestinità: lo straniero illegalmente in Italia, recita il testo, non rischia la reclusione ma un'ammenda da 5 mila a 10 mila euro e l'espulsione. I rilievi dell'Ue e il rischio di una nuova emergenza carceri hanno pesato nell'esclusione della detenzione dalle pene previste. Inoltre, gli immigrati dovranno pagare un "contributo" di soggiorno che avrà un importo di un minimo di 80 euro e di un massimo di 200. Si pagherà per il rinnovo del permesso di soggiorno ma non se questo è per asilo e per la richiesta di asilo, per la protezione sussidiaria e per motivi umanitari. Infine, è prolungata dagli attuali 60 giorni a 180 giorni la permanenza nei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, degli immigrati clandestini. Abrogate alla Camera le norme su medici e presidi spia, resta nel testo l'obbligo di esibire agli uffici della pubblica amministrazione il permesso di soggiorno non solo ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse, ma anche per i provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all'accesso ai pubblici servizi. Con questa norma, accusa l'opposizione, sarà impossibile per i figli dei clandestini essere iscritti all'anagrafe.

LE RONDE - Vengono inoltre istituite le cosiddette ronde. I sindaci, previa intesa con il prefetto, possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati per segnalare alle forze di polizia o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana o situazioni di disagio sociale. Tali associazioni sono iscritte «in un apposito elenco tenuto a cura del prefetto» che sente anche il parere del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Tra le associazioni di cittadini i sindaci si avvalgono «in via prioritaria» di quelle costituite da ex appartenenti alle Forze dell'ordine, alle Forze Armate e agli altri corpi dello Stato.

LE POLEMICHE - Tutte queste norme, comunque, paiono non convincere fino in fondo il presidente della Camera Gianfranco Fini. «Non si può pensare di risolvere il tema dell'immigrazione - ha detto a un convegno a Roma - solo con politiche domestiche sulla sicurezza. Sarebbe come mettere un francobollo su una parete grande migliaia di chilometri. Proviamo a pensare in modo globale non solo a questioni connesse all'economia ma anche alla cultura politica e alla qualità del dibattito culturale. Proviamo a farlo con due punti di riferimento, una maggiore distribuzione della ricchezza e una maggiore coesione tra Nord e Sud del mondo. Se non lo si fa - è la riflessione di Fini - non ci si deve poi meravigliare se fa capolino non solo l'immigrazione biblica ma anche lo scontro di civiltà tra Islam e Occidente». Eppure, il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, si dice convinto che la maggioranza stia andando nella direzione giusta. «Dopo un anno di discussione - ha detto dopo la richiesta di fiducia da parte dell'esecutivo in Senato - la fiducia sottolinea, con il pieno consenso della maggioranza, la priorità di un ddl che rappresenta uno dei capisaldi dell'azione di governo del centrodestra«. Di parere opposto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro. Oggi, ha detto, è stata votata «una fiducia per mancanza di fiducia», perché in maggioranza «in materia di sicurezza ci sono molte opinioni diverse», anche se poi vengono sacrificate alla «ragion di Stato» o, meglio, «allo scambio elettorale». Insomma, sta per essere approvato «uno dei provvedimenti più orribili, inutili e dannosi che si potessero scrivere» e che collide «con i diritti essenziali» degli individui e anche «con i sentimenti comuni che sono alla base della nostra società».« Ciononostante, il capogruppo della Lega in Senato, Federico Bricolo, si dice soddisfatto. «Bene ha fatto il Governo a porre la questione di fiducia per accelerare i tempi di approvazione di quest'importante disegno di legge sulla sicurezza. Le opposizioni continuano a fare polemiche sterili e dissentono su tutto: d'altra parte sono diventati il partito del no su ogni proposta, pure sui temi come il contrasto all'illegalità tanto sentiti dai cittadini». Il centrista Giampiero D'Alia, buon ultimo, non approva invece la scelta del voto di fiducia, imposto «per paura del voto segreto». «L'esecutivo - sostiene il capogruppo dell'Udc - vuole imporre il pensiero unico leghista ai suoi senatori ed evitare figuracce di fronte ad alcune norme di questo ddl, norme inutili al contrasto dell'immigrazione clandestina e soprattutto discriminatorie e in palese contrasto con la Costituzione».






N. 733-bis
DISEGNO DI LEGGE
risultante dallo stralcio, deliberato dall'Assemblea il 14 gennaio 2009, dell'articolo 1,
commi 4 e 5, del testo proposto dalle Commissioni permanenti 1ª e 2ª riunite per il
DISEGNO DI LEGGE N. 733
«Disposizioni in materia di sicurezza pubblica»
presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri (BERLUSCONI)
dal Ministro dell'interno (MARONI)
e dal Ministro della giustizia (ALFANO)
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 3 GIUGNO 2008
Modifiche degli articoli 648-bis e 648-ter del codice penale
Senato della Repubblica X V I LEGISLATURA
TIPOGRAFIA DEL SENATO (900)

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