domenica 29 aprile 2012

MF/NEWS: Continua la primavera di Anno Solare a Santarcangelo dei Teatri

Per Santarcangelo dei Teatri si avvicina la stagione estiva e con essa la il mese clou del suo calendario: luglio 2012.C'è molto lavoro dietro alla preparazione del cartellone completo di ciascuna edizione del Festival Internazionale del Teatro in piazza che ha base a Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini. Diretta da Silvia Battiroli, con la codirezione di Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci, la imminente 42esima edizione intitolata "Santarcangelo 12-13-14" sarà sicuramente ricca di interessanti sorprese e di conferme: molte le proposte, le performance di qualità e le novità, le compagnie chiamate ad esibirsi nei molteplici spazi selezionati nella città clementina e dintorni. Nel frattempo, si consumano le ultime date del calendario primaverile denominato Anno Solare, realizzato per mantenere il contatto fra addetti ai lavori e col proprio pubblico di appassionati, di amanti e di simpatizzanti di questo genere di teatro che fa ricerca e sperimentazione, che non... 

venerdì 20 aprile 2012

Dicono della vita oggi e sempre!

526688_3010078380163_1508584048_32039375_1943356956_n[1]La vita è un grande mare
che meraviglie nasconde.
Chi con coraggio vi si tuffa
è il solo che le scopre.
Tu figlio mio hai mangiato,
... aspetta almeno due orette.
Thua Mammah [Le premure, 1956]

domenica 8 aprile 2012

Palestina & Iran 2012: Quello che deve essere detto – di Günter Grass

Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt’al più le note a margine.
È l’affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un’atomica.

E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l’altro paese,
in cui da anni – anche se coperto da segreto -
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?

Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d’uso corrente.

Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l´esistenza di un’unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.

Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d’Israele
al quale sono e voglio restare legato.

Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l´ultimo inchiostro:
la potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi – come tedeschi con sufficienti colpe a carico -
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.

E lo ammetto: non taccio più
perché dell’ipocrisia dell´Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un´istanza internazionale.

Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia ci sarà una via d´uscita,
e in fin dei conti anche per noi.

(traduzione di Claudio Groff dal blog di Annalisa Melandri)

Il Big Bang della nuova creazione, raccontato dal papa nellá notte del 7 aprile 2012


"Con la risurrezione di Gesù, Dio ha detto nuovamente: Sia la luce!". L'omelia della veglia di Pasqua, nella notte del 7 aprile 2012, nella basilica di San Pietro 

di Benedetto XVI




Cari fratelli e sorelle!

Pasqua è la festa della nuova creazione. Gesù è risorto e non muore più. Ha sfondato la porta verso una nuova vita che non conosce più né malattia né morte. Ha assunto l'uomo in Dio stesso. "Carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio", aveva detto Paolo nella prima lettera ai Corinzi (15, 50). Lo scrittore ecclesiastico Tertulliano, nel secolo III, in riferimento alla risurrezione di Cristo e alla nostra risurrezione aveva l'audacia di scrivere: "Abbiate fiducia, carne e sangue, grazie a Cristo avete acquistato un posto nel Cielo e nel regno di Dio" (CCL II 994). Si è aperta una nuova dimensione per l'uomo. La creazione è diventata più grande e più vasta. La Pasqua è il giorno di una nuova creazione, ma proprio per questo la Chiesa comincia in tale giorno la liturgia con l'antica creazione, affinché impariamo a capire bene quella nuova. Perciò all'inizio della Liturgia della Parola nella Veglia pasquale c'è il racconto della creazione del mondo.

In relazione a questo, due cose sono particolarmente importanti nel contesto della liturgia di questo giorno. In primo luogo, la creazione viene presentata come una totalità della quale fa parte il fenomeno del tempo. I sette giorni sono un'immagine di una totalità che si sviluppa nel tempo. Sono ordinati in vista del settimo giorno, il giorno della libertà di tutte le creature per Dio e delle une per le altre. La creazione è quindi orientata verso la comunione tra Dio e creatura; essa esiste affinché ci sia uno spazio di risposta alla grande gloria di Dio, un incontro di amore e di libertà. In secondo luogo, del racconto della creazione la Chiesa, nella Veglia pasquale, ascolta soprattutto la prima frase: "Dio disse: Sia la luce!" (Gen 1, 3). Il racconto della creazione, in modo simbolico, inizia con la creazione della luce. Il sole e la luna vengono creati solo nel quarto giorno. Il racconto della creazione li chiama fonti di luce, che Dio ha posto nel firmamento del cielo. Con ciò toglie consapevolmente ad esse il carattere divino che le grandi religioni avevano loro attribuito. No, non sono affatto dei. Sono corpi luminosi, creati dall'unico Dio. Sono però preceduti dalla luce, mediante la quale la gloria di Dio si riflette nella natura dell'essere che è creato.

Che cosa intende dire con ciò il racconto della creazione? La luce rende possibile la vita. Rende possibile l'incontro. Rende possibile la comunicazione. Rende possibile la conoscenza, l'accesso alla realtà, alla verità. E rendendo possibile la conoscenza, rende possibile la libertà e il progresso. Il male si nasconde. La luce pertanto è anche espressione del bene che è luminosità e crea luminosità. È giorno in cui possiamo operare. Il fatto che Dio abbia creato la luce significa che Dio ha creato il mondo come spazio di conoscenza e di verità, spazio di incontro e di libertà, spazio del bene e dell'amore. La materia prima del mondo è buona, l'essere stesso è buono. E il male non proviene dall'essere che è creato da Dio, ma esiste in virtù della negazione. È il "no".

A Pasqua, al mattino del primo giorno della settimana, Dio ha detto nuovamente: "Sia la luce!". Prima erano venute la notte del Monte degli Ulivi, l'eclissi solare della passione e morte di Gesù, la notte del sepolcro. Ma ora è di nuovo il primo giorno, la creazione ricomincia tutta nuova. "Sia la luce!", dice Dio, "e la luce fu". Gesù risorge dal sepolcro. La vita è più forte della morte. Il bene è più forte del male. L'amore è più forte dell'odio. La verità è più forte della menzogna. Il buio dei giorni passati è dissipato nel momento in cui Gesù risorge dal sepolcro e diventa, egli stesso, pura luce di Dio. Questo, però, non si riferisce soltanto a Lui e non si riferisce solo al buio di quei giorni. Con la risurrezione di Gesù, la luce stessa è creata nuovamente. Egli ci attira tutti dietro di sé nella nuova vita della risurrezione e vince ogni forma di buio. Egli è il nuovo giorno di Dio, che vale per tutti noi.

Ma come può avvenire questo? Come può tutto questo giungere fino a noi così che non rimanga solo parola, ma diventi una realtà in cui siamo coinvolti? Mediante il Sacramento del battesimo e la professione della fede, il Signore ha costruito un ponte verso di noi, attraverso il quale il nuovo giorno viene a noi. Nel Battesimo, il Signore dice a colui che lo riceve: "Fiat lux", sia la luce. Il nuovo giorno, il giorno della vita indistruttibile viene anche a noi. Cristo ti prende per mano. D'ora in poi sarai sostenuto da Lui e entrerai così nella luce, nella vita vera. Per questo, la Chiesa antica ha chiamato il Battesimo "photismos", illuminazione.

Perché? Il buio veramente minaccioso per l'uomo è il fatto che egli, in verità, è capace di vedere ed indagare le cose tangibili, materiali, ma non vede dove vada il mondo e da dove venga. Dove vada la stessa nostra vita. Che cosa sia il bene e che cosa sia il male. Il buio su Dio e il buio sui valori sono la vera minaccia per la nostra esistenza e per il mondo in generale. Se Dio e i valori, la differenza tra il bene e il male restano nel buio, allora tutte le altre illuminazioni, che ci danno un potere così incredibile, non sono solo progressi, ma al contempo sono anche minacce che mettono in pericolo noi e il mondo. Oggi possiamo illuminare le nostre città in modo così abbagliante che le stelle del cielo non sono più visibili. Non è questa forse un'immagine della problematica del nostro essere illuminati? Nelle cose materiali sappiamo e possiamo incredibilmente tanto, ma ciò che va al di là di questo, Dio e il bene, non lo riusciamo più ad individuare. Per questo è la fede, che ci mostra la luce di Dio, la vera illuminazione, essa è un'irruzione della luce di Dio nel nostro mondo, un'apertura dei nostri occhi per la vera luce.

Cari amici, vorrei aggiungere, infine, ancora un pensiero sulla luce e sull'illuminazione. Nella Veglia pasquale, la notte della nuova creazione, la Chiesa presenta il mistero della luce con un simbolo del tutto particolare e molto umile: con il cero pasquale. Questa è una luce che vive in virtù del sacrificio. La candela illumina consumando se stessa. Dà luce dando se stessa. Così rappresenta in modo meraviglioso il mistero pasquale di Cristo che dona se stesso e così dona la grande luce. Come seconda cosa possiamo riflettere sul fatto che la luce della candela è fuoco. Il fuoco è forza che plasma il mondo, potere che trasforma. E il fuoco dona calore. Anche qui si rende nuovamente visibile il mistero di Cristo. Cristo, la luce, è fuoco, è fiamma che brucia il male trasformando così il mondo e noi stessi. "Chi è vicino a me è vicino al fuoco", suona una parola di Gesù trasmessa a noi da Origene. E questo fuoco è al tempo stesso calore, non una luce fredda, ma una luce in cui ci vengono incontro il calore e la bontà di Dio.

Il grande inno dell'Exsultet, che il diacono canta all'inizio della liturgia pasquale, ci fa notare in modo molto sommesso un altro aspetto ancora. Richiama alla memoria che questo prodotto, il cero, è dovuto in primo luogo al lavoro delle api. Così entra in gioco l'intera creazione. Nel cero, la creazione diventa portatrice di luce. Ma, secondo il pensiero dei Padri, c'è anche un implicito accenno alla Chiesa. La cooperazione della comunità viva dei fedeli nella Chiesa è quasi come l'operare delle api. Costruisce la comunità della luce. Possiamo così vedere nel cero anche un richiamo a noi stessi e alla nostra comunione nella comunità della Chiesa, che esiste affinché la luce di Cristo possa illuminare il mondo.

Preghiamo il Signore in quest'ora di farci sperimentare la gioia della sua luce, e preghiamolo, affinché noi stessi diventiamo portatori della sua luce, affinché attraverso la Chiesa lo splendore del volto di Cristo entri nel mondo. Amen.

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Piero della Francesca, Risurrezione, 1450-1463, Sansepolcro, Museo Civico.

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giovedì 5 aprile 2012

Italia 2012: Con la crisi, suicidi in aumento del 24%

Ogni giorno che passa l'Italia perde un pezzo di sé. Parlo del tessuto vive che costituisce la comune vertebrale della nostra economia: gli imprenditori. Secondo le cifre della Cgia di Mestre, oltre i suicidi, crescono anche i tentativi di togliersi la vita. Come suddetto, questa situazione  coinvolge imprenditori, lavoratori dipendenti e pensionati. Per Bortolussi: "Ci vuole un fondo di solidariet".

Sono numeri che spaventano. L'Italia muore lentamente nel drammatico silenzio dei politici nostrani, in primis, e delle istituzioni europee. 

Abbiamo saputo superare situazioni peggiori, per cui, se il paese fa sistema, se torniamo ad essere un popolo solidale, aperto a nuove sfide, umili e con grande voglia di crescere: non c'è crisi che tenga.

Urge non solo un fondo di solidarietà, ma nuova leadership nazionale e regionale, uomini e donne che tengono a cuore i destini del paese, della nostra gente, delle nostre culture.

Uomini e donne, giovani e vecchi, è tempo di unirsi e lavorare. Partiamo da noi stessi: se noi non ci salviamo, mica sarà l'Europa a farlo. Basti pensare al destino attuale della Grecia e del Portogallo, per capire che questa non è l'Europa che i padri fondatori sognavano.

Riportiamo da noi stessi!


Stop alla lenta morte dell'Italia.


Cordialmente | 

Kingamba Mwenho 



mercoledì 4 aprile 2012

Guerre Umanitarie: Gli straccioni afghani muoiano gratis: ogni civile ucciso vale 50.000 dollari

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Roma - Chi ha sempre sostenuto che, nella guerra di massacro che dura in Afghanistan da più di dieci anni, la vita dei civili non valesse niente è stato finalmente smentito. Adesso sappiamo quanto vale esattamente. 50.000 dollari, (37.700 euro). È questa la cifra che il governo americano ha riconosciuto come risarcimento per i parenti di ognuno dei civili uccisi l'11 marzo scorso dal sergente Robert Bales. Si tratta di quattro uomini, quattro donne, nove bambini. Questa la lista della spesa.

Non è chiaro se i bambini abbiano diritto ad uno sconto o meno. Attenzione però il risarcimento viene riconosciuto solo a chi ha la fortuna di cadere sotto il fuoco della mitragliatrice di un soldato stressato come pare fosse il sergente Bales a al momento in cui ha compiuto la strage (la guerra si sa, a volte rende un po' nervosi). Non si facciano illusioni quei bambini che vengono dilaniati dalle cluster bomb, che bombardieri di alta quota hanno disseminato per tutto l'Afghanistan e tanto meno se le faccia chi crepa bruciato dai missili dei droni, aerei ad alta tecnologia, senza pilota. O meglio il pilota c'è, ma non nella carlinga dell'aereo, bensì comodamente seduto con il suo joystick in Nevada, così non si stressa come il sergente Bales. Al massimo che so, può distrarsi un momento perché sta guardando la partita di baseball in tv, mentre pilota l'aereo a distanza e bombardare, per distrazione appunto, una festa di matrimonio in un villaggio della regione dell'Helmand (sud Afghanistan). Facendo secchi gli sposi, i parenti e buona parte degli invitati. Ma non per questo verrà considerato un pazzo pericoloso. Più si è distanti dai luoghi di guerra meno si è considerati pazzi assassini. Il segreto è tutto lì. Il sergente Bales uccide civili ed è (forse) un pazzo assassino. Il pilota del drone nel Nevada no. E tantomeno lo è il consiglio di amministrazione della società che produce il drone, né di quella che produce il mitra, le munizioni che il sergente Bales ha usato per il suo eccidio personale.

Pazzi assassini non sono i signori delle multinazionali petrolifere che le guerre le vogliono, né i presidenti che a loro obbediscono e le fanno. Il sergente Bales si sta facendo un po' di galera in patria. Loro no. Loro continuano a stare al loro posto pianificando stragi quotidiane senza doveri di risarcimento. E ci mancherebbe altro. Con quel che già costa la guerra, dover pagare pure per tutti i morti che produce, dove finirebbe la democrazia di mercato? Il borsino dei cadaveri parla chiaro 50.000 dollari a chi crepa per mano di un militare stressato. Niente a quelli che crepano per l'ordinario e tranquillo svolgersi della guerra. Capito straccioni? Inutile che vi mettiate in fila per riscuotere voi continuerete a morire gratis.

Via | Vauro |

Wall Street Journal: Le misure di austerity in Italia stanno bloccando l’economia italiana

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ROMA - «Le misure di austerity in Italia stanno bloccando l'attività nella terza principale economia dell'eurozona, secondo quanto appare dai dati economici più recenti che dimostrano come queste misure sono controproducenti». Lo scrive oggi il Wall Street Journal Europe in un articolo di prima pagina dal titolo L'austerità in Italia rappresenta una minaccia per l'economia.

Il giudizio. Citando i dati diffusi dal Mef lunedì scorso sul fabbisogno in calo nel primo trimestre, il Wsj afferma che «i recenti aumenti delle tasse stanno aiutando l'Italia a tagliare il suo deficit ma al contempo stanno spingendo l'attività economica a contrarsi ancora più velocemente». Secondo il Wsj Europe «lo scenario che si sta scoprendo ora in Italia, Grecia e Spagna lascerà i paesi problematici dell'eurozona con percentuali di debito pubblico ancora più alte anche se realizzano sforzi dolorosi per ridurlo».

Il Financial Times. Del pacchetto di austerity approvato a dicembre da Monti parla anche il britannico Financial Times che in un trafiletto in prima pagina parla di luna di miele finita tra il premier e gli italiani. Il rigore - si legge sul giornale della City - fa sentire i suoi effetti sul prezzo della benzina e sulle bollette e la popolarità del governo ne risente.

Mercoledì 04 Aprile

martedì 3 aprile 2012

Africa 2012: Al via l'area protetta più grande del mondo

La Kavango Zambezi Transfrontier Conservation Area, o KAZA, di cui è stata ufficialmente annunciata la creazione, diventerà il più grande Parco Naturale al mondo abbracciando un'area del continente africano, ben 287 mila km quadrati, (contro i quasi 301 mila della penisola italiana): l'area comprenderà 36 tra parchi nazionali, riserve faunistiche e zone turistiche. L'annuncio è stato dato dal WWF, che sta fornendo sostegno tecnico e finanziario all'iniziativa.

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L'annuncio del WWF: l'area protetta più grande del mondo comprenderà 36 parchi nazionali, la più grande popolazione di elefanti dell' intero continente, 3 mila specie di piante e 600 specie di uccelli

Quest'area è una delle iniziative più ambiziose di creazione di aree naturalistiche ed è derivata dalla proposta di stabilire un santuario naturalistico transfrontaliero tra Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe. "È un fatto straordinario che cinque paesi si uniscano per un obiettivo comune, e che questo obiettivo sia la conservazione della natura", sostiene Lisa Steel, che guida i progetti in Namibia del WWF. "Lo scopo è creare un'area protetta che sia anche una destinazione turistica, e di cui i principali beneficiari siano le popolazioni locali".

Il KAZA TFCA, non sarà solo l'area protetta più estesa al mondo, ma sarà soprattutto il luogo dove i grandi animali della foresta e della savana potranno muoversi liberamente e migrare senza sentirsi costretti dai limiti delle precedenti riserve e parchi. Il parco ospiterà, tra gli altri, la più grande popolazione di elefanti dell'intero continente, 3 mila specie di piante, 100 delle quali sono endemiche della regione, così come 600 specie di uccelli (tra savane, foreste e aree umide). Esso includerà alcune delle aree naturalistiche del mondo come il delta dell' Okavango, l'alto Zambesi e una delle 7 meraviglie naturali del mondo, le cascate Victoria. Progetti analoghi sono già falliti in passato e non mancano le voci critiche come quella di Brian John Huntley, un ecologo della University of Cape Town che lavora da trent'anni in Angola: “Come tanti altri progetti grandiosi che riguardano l'Africa, il KAZA è un'idea di pochi ecologisti convinti che 'grande è bello', con poca esperienza della realtà sul campo. Già in passato queste aree transfrontaliere sono state annunciate con grande sfarzo e sfilate di presidenti e primi ministri, hanno attirato molte donazioni ma solo di rado hanno raggiunto i loro obiettivi, semplicemente per la mancanza di competenze in vari paesi".

Cfr: More | Di Arianna Adamo |

lunedì 2 aprile 2012

Opportunità di lavoro oggi: cercate, insistette, buscate che alla fine troverete (Ecumene24)

Ciao ragazzi!
Eccomi di nuovo. La crisi socio-economica provocata dal capitalismo killer picchia, dire proprio che picchia duro. Però, però noi siamo più forti. Siamo quelli che cambieremo la storia. Cambieremo, a nostro modo, il mondo che viviamo al mondo che vorremo. Questo cambiamento si fa soltanto col lavoro. Questo è poco ma sicuro: SENZA LAVORO IL FUTURO DI OGNUNO DI NOI È CUPO.

Ribadisco il consiglio che può spingere chiunque fino ai confini di ogni realtà: NON MOLLARE MAI. Ci vuole: voglia di lavorare e senso di responsabilità.

Per oggi è tutto. Ecco le opportunità di lavoro per regione, per campo lavorativo, per categorie tematiche.

Con affetto
Kingamba Mwenho
(Insieme siamo più forti)



-------- Original message --------
Subject: Le professioni piu' ricercate in evidenza
From: "Lavoro.org" <noreply@lavoro.org>
To: fbpacavira@hotmail.com
CC:


26/03/2012

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EmmeClima sas - Cercasi tecnico caldaie murali,
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Sala Giochi - catante
avon - Ciao a tutti, sono Oriana e sto cercando persone interessate a diventare incaricati alle vendite Avon. Il lavoro è interessante e si sviluppa o con catalogo e campionario o via internet. Non c'è assolutamente nessun costo, il campionario viene fornito totalmente gratis, non perdete l'occasione di questa promozione appena iniziata per i nuovi collaboratori. Potete provare e non vi costerà assolutamente nulla. Può essere interessante sia come seconda attività, sia come attività principale, con ottime possibilità di carriera. L'unica cosa è che siamo divisi per zone, perciò rispondete soltanto se risiedete in: Beinasco, Orbassano, Rivalta, Bruino, Piossasco, Sangano, Trana, Reano, Villarbasse, Giaveno, Coazze oppure in Torino ma soltatno ai CAP 10126 10127 10134 10135 10137. Evitate di contattarmi se risiedete in altri comuni o CAP perchè non rientrereste nella zona Avon di mia competenza. E' una splendida occasione completamente gratuita, non perdetela!
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concept trends & shots - Cerchiamo degli account liberi professionisti per ampliare il nostro pacchetto clienti sia in Italia che all'estero. Siamo un'agenzia di comunicazione con un forte orientamento alla produzione fotografia e alla post-produzione, soprattutto nei settori beauty-cosmetico e abbigliamento, cycling ma spaziamo in tutti i settori dove la comunicazione del prodotto è fondamentale. Le persone interessate dovranno trovare nuovi clienti proponendo i nostri servizi. Garantiamo tutto il supporto e gli strumenti necessari e offriamo alte percentuali di provigione sui contatti andati a buon fine. Non si esclude un inserimento successivo o un contratto continuativo sia come dipendente che come libero professionista.
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Africa: al via l'area protetta più grande del mondo
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Quest'area è una delle iniziative più ambiziose di creazione di aree naturalistiche ed è derivata dalla proposta di stabilire un santuario naturalistico transfrontaliero tra Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe. "È un fatto straordinario che ...
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domenica 1 aprile 2012

Italia 2012: Ci stanno ammazzando?

Ieri un uomo si è dato fuoco nel parcheggio della Commissione tributaria, in via Paolo Nanni Costa, nella periferia ovest di Bologna. Era in debito con il fisco e voleva farla finita. A Giuseppe C., muratore di cinquantotto anni, erano stati contestati tributi non pagati e i suoi ricorsi alla commissione erano stati respinti, l’ultimo proprio di recente. L’uomo ha tentato di uccidersi incendiando la sua auto verso le otto di mattina.

C’è restato finché ha resistito e poi è corso fuori; sembrava una torcia umana. Diversi sono stati i biglietti scritti a mano (trovati dai vigili del fuoco all’interno della sua macchina) per spiegare il suo gesto. “Ho sempre pagato le tasse, poco ma sempre. Quello che ho fatto l’ho fatto in buona fede. Lasciate in pace mia moglie, lei è una brava donna. Vi chiedo perdono anche a voi” ha scritto riferendosi alla Commissione tributaria. A Roma, un altro caso: un uomo di quarantanove anni si è gettato dal balcone della sua abitazione perché disoccupato.

Questi tragici episodi sono in aumento e sono un sintomo evidente di come la crisi economica colpisce pesantemente la maggior parte delle famiglie e soprattutto le classi sociali più povere. Secondo le stime riportate dal Servizio Prevenzione del Suicidio dell’ospedale romano Sant’Andrea, il “fattore economico” ha pesato (sugli oltre 4000 suicidi complessivi in un anno) per oltre un terzo. Lo psichiatra Maurizio Pompili, che ha riportato queste stime, ha dichiarato:“Purtroppo questi dati non ci sorprendono, nella storia è un fenomeno già visto. Ci fu un boom di suicidi nel 1870, dopo una grande crisi e l’aumento del prezzo del pane”.

Intanto mentre qui si muore perché si è stremati dai debiti, Mr. Monti riscuote successi all’estero con i media di massa italiani ed internazionali che continuano l’elogio del “quanto è bravo il premier” fino allo sfinimento.....

“I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E’ bello cambiare e accettare delle sfide”, queste parole di Mr. Goldman Sachs & co., ancora rimbombano pesantemente sui giovani (e meno giovani) che ogni giorno devono combattere per mantenere un lavoro sempre più incerto e precario.

Viviamo in un Paese sopraffatto dall’incertezza del futuro e chi prova a rialzarsi, viene represso a suon di bastonate democratiche. Proprio come è successo pochi giorni fa agli operai dell’Alcoa, manganellati mentre gridavano una sacrosanta verità: “un operaio, una famiglia”.

Già, una famiglia, quell’angolo di mondo tranquillo (o turbolento) all’interno del quale ciascuno sa di “contare qualcosa” anche quando all’esterno è solamente una risorsa umana da spremere come un limone fintanto che ha qualcosa da dare, per poi diventare una buccia, un peso, un rifiuto organico da “smaltire” e nulla più. Quella “casa” sicura (o meno) dove l’uomo economico, atomizzato nel suo ruolo di competitor solitario, corridore del progresso, condannato ad arrivare “primo” in una corsa truccata dove tutti sono ultimi, può tornare la sera. Accovacciarsi in posizione fetale e tentare di suggere qualche goccia di umanità e carpire uno scampolo di sentimento, di emozione, di vita. I figli, il coniuge, i genitori, quelle poche briciole di mondo che ancora hanno un nome ed un valore che prescinda dalla loro produttività. I “tuoi cari”, la tua isola felice (o infelice) che sta sgretolandosi ogni giorno di più, fagocitata dal progresso che per te ha in serbo altri programmi, volti a renderti assai più efficiente e produttivo.

L’ondata di suicidi del 1870 cui fa riferimento lo psichiatra Pompili, per giustificare il suo mancato stupore nei confronti di quelli di oggi, in realtà fu il risultato di quello stravolgimento economico e sociale meglio conosciuto come rivoluzione industriale e non solamente di un aumento incontrollato del prezzo del pane. La famiglia allargata che viveva in larga parte di autoproduzione e manteneva forti rapporti umani, all’interno di una comunità fortemente coesa, iniziò a morire, ammazzata dal lavoro salariato in fabbrica, dalle città maleodoranti, dall’incapacità dei suoi membri, diventati individui, di sopravvivere economicamente con lo “stipendio”, laddove fino a qualche anno prima vivevano con un certo agio all’interno di un sistema dove la presenza del denaro non era immanente e si rendeva necessaria solo in quegli ambiti dove l’autoproduzione, lo scambio ed il dono (e quanto altro garantito dallo spirito di comunità) non si manifestavano sufficienti. La famiglia, nella sua forma primigenia stava morendo e con lei si suicidarono molti dei suoi membri, riluttanti a diventare criceti, nella gabbia di un mondo che più non gli apparteneva. Come la mancanza di pane non fu l’unico elemento scatenante dell’ondata di suicidi della seconda metà dell’800, così la disoccupazione, l’usura di stato e il cinismo sprezzante di un governo di banchieri subumani non è l’unica causa dell’ondata odierna.

Anche oggi, come allora, quel che resta della famiglia sta morendo, ammazzata dai sacerdoti della crescita e del progresso che vedono in essa un ostacolo all’atomizzazione dell’individuo merce, deputato a sostituire l’essere umano. La mancanza di lavoro, comunque temporaneo e mal retribuito, è il cavallo di Troia attraverso il quale praticare l’eutanasia di qualunque legame famigliare ed amicale possieda l’individuo, fino a renderlo solo, acquiescente, malleabile e funzionale agli interessi della macchina economica. Per inseguire il miraggio di un lavoro che non c’è, i coniugi si adeguano a turni massacranti che pur condividendo la stessa casa li costringono di fatto a non incontrarsi più fra loro e con i figli per intere settimane. Per inseguire la speranza di lavoro, sempre più persone cadono vittima di un pendolarismo massacrante che li rende veri e propri zombie in ambito famigliare. Mentre altri si trasferiscono a centinaia di km di distanza dalla propria famiglia, per mantenere un posto di lavoro che sta sfuggendo e comunque a breve sfuggirà.

E quel che resta delle famiglie, diventa ogni giorno di più un luogo alieno, mero ricettacolo di frustrazioni personali, dove alcuni individui condividono spazi comuni, continuando a vivere la propria individualità, fatta di paura, sensazione di inadeguatezza e mancanza di qualsiasi prospettiva per il futuro.
Su questo retroterra di pesante demolizione di ogni rapporto sociale che prescinda dall’economia, sta crescendo l’ondata di suicidi che abbiamo iniziato a sperimentare e con tutta probabilità si acuirà nel prossimo futuro, di pari passo con il sempre più accentuato ridimensionamento delle prospettive occupazionali e la progressiva eutanasia della famiglia, dello stato nazione e della comunità.

Solamente un secolo fa la scala valoriale usata per misurare le persone era ancora incentrata sulle sue qualità morali. Il coraggioso e il vigliacco, il ladro e l’onesto, l’uomo d’onore e la spia, l’uomo “di cuore” ed il cinico e così via.

Oggi l’unica scala valoriale universalmente accettata è quella economica. Il vincente ed il perdente, l’uomo (o la donna) di successo e quello che non ne ha mai avuto, l’uomo che può mantenere agiatamente la propria famiglia e quello che la campa a fatica, la persona che lavora e quella che è disoccupata. L’uomo che possiede beni economici che gli garantiscono di acquistare affetti e sentimenti e quello cui questi beni economici vengono meno e teme di perdere (se non li ha già persi) i sentimenti e gli affetti che possedeva e troppo spesso ritiene che una corda o una latta di benzina rappresentino l’unica soluzione. In fondo potrebbero anche esserlo, se destinati agli umanoidi che hanno creato questa situazione.

Marco Cedolin e Fabio Polese | Agenzia Stampa Italia

Goditela finchè dura, perchè non dura (MF/NEWS )

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