domenica 31 gennaio 2010

All about Grammy Awards 2010 - Best Choral Performance Best Rap Song 2009 2010 GRAMMY Nominees

sabato 30 gennaio 2010

Mondo Futuro News: Comuni e località in provincia di Roma (RM)

Comuni e località in provincia di Roma (RM)

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mercoledì 27 gennaio 2010

Libreria Giufà EVENTI: Presentazione "Non dimenticare la rabbia" - di Marco Capoccetti Boccia introducono Cristian Giodice e Luigi Lorusso della redazione di Laspro


e Newsletter
 

Martedì 26 gennaio 2010 ore 19.00

Libreria Giufà

 

Presentazione di

Non dimenticare la rabbia

(Agenzia X)

di Marco Capoccetti Boccia

introducono Cristian Giodice e Luigi Lorusso

della redazione di Laspro

 

Sample Image
 

Non dimenticare la rabbia. Narrate come una mitologia segreta, gridate dalla voce di un ultrà, scandite come slogan di un corteo, queste pagine raccontano senza filtri storie furibonde, fissate dall'urgenza del vissuto, con il linguaggio ruvido della strada: scontri durissimi, utopie resistenti, ferite ancora aperte e amori randagi. Il protagonista, caparbio eroe romantico della sconfitta, combatte corpo a corpo per difendere i suoi ideali dal conformismo dilagante e dall'intolleranza virulenta che minaccia il mondo che più ama: lo stadio, le periferie, le roccaforti dei ribelli. Un romanzo a finestre ricco d'azione e suspense, che spazia tra il centro di Roma preso d'assalto, una Milano livida come una trappola mortale, una trasferta in una Belfast in fiamme.

Marco Capoccetti Boccia è nato a Roma, dove vive e lavora. Non dimenticare la rabbia è il suo primo libro.

Libreria Giufà via degli Aurunci 38 00185 Roma tel. 0644361406

 

 ©2010 Libreria Giufá


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lunedì 25 gennaio 2010

Negro, afro-americano o di colore? L'America e l'Italia s'interrogano

Le discussioni sulla razza sono tra e le più odiose che uomini e donne, in qualunque luogo essi si trovino, disquisiscono oggigiorno, considerando l'attuale sviluppo umano e socio-culturale.

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Detto ciò, direi che la radice di tutte le distinzioni è l'invidia: la prima morte sulla Bibbia fu provocata dall'invidia. Così, se torniamo al passato, se qualcuno mette nuovamente in campo queste supporti acquisizioni scientifiche è perché non ha argomenti nuovi, per animare il dibattito sullo sviluppo umano, sulla salita nelle graduatorie sociali di persone che provengono da altri posti finora considerati arretrati.

Vedete, ogni uomo cosciente della sua esistenza sa che tra gli uomini, a parte il luogo dove crescono e i condizionamenti che ne strutturano il cervello e conseguentemente il modo di ragionare ed agire, non esistono differenze tra di noi. Abbiamo sviluppato colore, geni, qualche altre capacità diverse per potere adattarsi alla varie realtà ambientali dove per anni abbiamo vissuto. A parte questo, non esistono differenze tra gli uomini e donne. Abbiamo stessa dignità, e siamo tutti uomini e donne figli della stessa madre: LA TERRA. Se c'è qualcuno, tra coloro che perdono il loro tempo ed energie cercando la differenze tra gli uomini/donne e le supposte superiorità, che sia disceso dal cielo si faccia avanti.

Parliamo della vita, dell'amore, dello sviluppo, parliamo dell'oggi: COSA POSSIAMO FARE PERCHE' OGNI UOMO E DONNA DI QUESTA TERRA POSSA VIVERE FELICE? E' l'oggi quello che conta, è l'amore il righello di misura della grandezza di ogni uomo. Il resto... decidiate voi.

Io sono angolano, abito in Italia ed amo questa terra quanto la mia madre patria: L'ANGOLA, che quest'anno dopo 35 anni di guerra, sta organizzando il CAN2010, facendo tesoro di tutte le difficoltà (un pensierino ai togolesi), godendo ogni partita con gioia ed orgoglio perché alla fine tutti meritiamo essere felici. Il bene che nutro per l'Angola, lo nutro pure per il bel paese, perché altrimenti, sarebbe come segare il ramo dove mi trovo. Il resto è chiacchiere.

Tornando alla triste discussione, affermo che in italiano il termine giusto è NERO, perché l'espressione "negro" - nonostante la sua scientificità - ha una conotazione razzista, e chi legge o sa ascoltare, lo sa. Lo stesso per l'espressione "Uomo di colore", che come sappiamo ha una conotazione prettamente razzista, chi studia lo sa, chi legge non lo usa. E casomai, chiamatemi per il mio nome, che è la più bella musica per l'orecchio di un uomo.

Sono un ottimista all'ennesima potenza, ma credo che le questioni legate alla razza non spariranno mai, perché l'invidia come l'amore sono dentro ogni essere umano. Dobbiamo solo lavorare perché ognuno di noi possa migliorare se stessi e conseguentemente aiutare le persone che si trovano al nostro fianco. Ognuno che ama il creato deve fare la sua parte, il resto lasciamo a Dio. Io credo nel bene che proviene da Dio - il creatore -, così come sappiamo che esiste il male ed esso influisce in altre persone. Eh già, non c'è uno senza due. L'eterno dualismo: IL BENE ED IL MALE. Facciamo il bene a tutti gli uomini e donne che troviamo e vedremo che abbiamo cambiamento il mondo, IL NOSTRO PICCOLO MONDO. Se ognuno cambiasse il proprio piccolo mondo - NEL BENE, NEL BUONO, NEL GIUSTO -, il grande mondo sarebbe un posto migliore per vivere.

Negro, afro-americano o di colore? L'America s'interroga.
Scritto da: Alessandra Farkas alle 22:44
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http://route66.corriere.it/2010/01/_new_york_a_1.html


Sono un uomo,
sono Francisco Pacavira.
Mungueno!

sabato 9 gennaio 2010

Republic of Angola Xyami: Rosarno vs Immigrati, Mafia, Cosche vs Magistrati, emergenza nazionale

porto-gioia-tauroCos'altro deve succedere  in Calabria, e soprattutto nella provincia di Reggio, perché scatti una sorta di emergenza nazionale? L'attentato alla Procura del capoluogo, una città ricca di movida e estorsioni, con il sindaco più popolare d'Italia e i magistrati barricati nel Palazzo di Giustizia. Il contesto esplosivo nella Piana di Gioia Tauro, il porto, gli immigrati: una situazione disumana più volte denunciata e mai risolta. 

Sulla Ionica, la Locride continua ad essere sotto lo stretto controllo delle cosche, anche dopo l'omicidio Fortugno (i cui mandanti non sono ancora noti). L'ospedale di Locri, come ha dimostrato una recente inchiesta dell'Espresso, è ancora un centro di poteri oscuri: la scorsa settimana è stata trovata una pistola. Ed è inutile citare la situzione di paesi come San Luca o Platì.

In tutto questo, lodevole l'impegno del governo che manda piu' polizia e magistrati: meno lodevole la convinzione che questo sia un problema solo calabrese. Come se gli enormi proventi del traffico di droga e delle estorsioni non finissero reinvestiti dalla 'ndrangheta di seconda e terza generazione, colletti bianchi e laurea, al Nord e all'estero.

In tutto questo, diventano grotteschi i continui annunci sul Ponte sullo Stretto. Dalla inaugurazione-farsa di un cantiere (cinque operai messi in posa davanti a una ruspa) alla incredibile situazione della Salerno-Reggio Calabria, denunciata –tanto per essere chiari – proprio dai parlamentari del Pdl. Per il Ponte non c'è ancora un progetto esecutivo, quella dei finanziamenti privati è ancora un'illusione. E le cosche fanno a gara con lo Stato per controllare il territorio.

http://bracconi.blogautore.repubblica.it

257 commenti a "Calabria, emergenza nazionale"

  • marisa scrive:

    Lo stato in cui versa la Calabria è solo conseguenza di comportamenti individualisti.Questa parte di territorio italiano è priva di quel senso di Collettività,del senso della cosa pubblica.E' una regione dove trova piena legittimazione il marciume lobbistica-massoneria,un tutto con la mediocre politica ed buona parte dei calabresi. Bisogna smetterla con quel bieco meridionalismo ed vittimismo tipico dei calabresi. E' UNA REGIONE SETTARIA,è UNA REGIONE DOVE VIGE LA REGOLA ASSOLUTA(IL PROPRIO ORTICELLO,SOLO QUELLO ESISTE).E' una regione dove non esite.eccetto qualcuno,una presenza intellettuale che possa fare da pungolo.

  • delfino mirella scrive:

    Io non vivo in Calabria,ma seguo molto tutto quello che succede nel nostro paese, ho sentito tutti i commenti di questa maggioranza razzista in primis Maroni e sono scifata!!! ma come si fa a dire certe cose, gli emigranti certamente hanno esagerato, ma vorrei vedere chiunque di noi in una situazione così penosa che alla fine non ne può più; senza contare che già altre volte era successo che facessero da bersaglio e non avevano reagito così.

  • vincenzo scrive:

    La nostra politica basata sullo scarica a barile ci porta a questo scontro di eventi che hanno il solo risultato di alzare un grande polverone i cui benefici sono a favore dei soliti noti.
    Ma cosa chiedono questi poveri ragazzi ? Un letto decente, un servizio igienico e un pasto caldo. E vada per se' che la schiavitu' del lavoro e' condivisa anche con i nostri connazionali ( firma una busta paga di 100 per avere 50….) ma avere anche il danno di vevere come gli animali questo no.
    Guardate all'esperienza palermitana della Missione di Biagio Conte. Oltre 800 fratelli nordafricani perfettamente alloggiati in strutture della ex-areoanautica militare di via orotea. Ristrutturati offrono quanto minimamente richiesto da coloro che poi vengono regolarmente sfruttati dai nostri concittadini che a spada tratta difendono i valori del…crocifisso, della patria etc.etc.
    E' bello ricevere sulla tavola i frutti freschi della nostra amata terra del sud . Immaginiamo che da domani questi frutti li vadano a raccogliere i nostri bravi ragazzi che non trovano un lavoro …. utopia ?

  • saverio scrive:

    guarda con molta attenzione i servizi dei TG, ascolta i protagonisti, osserva bene gli sfondi dei reporatge e delle foto,leggi i giornali, medita poi con calme; dammi una risposta: sai individuare tra tutte le figure che hai visto chi sono gli immigrati e chi gli italiani? sai distingure chi sono gli sfruttati e chi gli sfruttatori? come sarebbe stato bello se tutti insieme quelle persone fossero scese in strada a dire basta al degrado mabientale e morale in cui tutti sono costretti a vivere; ma così non è stato perchè è come nella fattoria i horwel ricordate cosa si dicevano gli animali tra loro?

  • Claudio scrive:

    Il coraggio della disperazione , la rabbia dell'umiliazione,la necessita di ribadire la propria umanita'. Queste sono le motivazioni che fanno superare tutte le paure e che hanno portato anche questi nuovi schiavi alla follia della rivolta ( a dire il vero molto tenue rispetto a quello che potrebbe accadere). Pensiamoci quando apriamo il frigorifero per prendere un'arancia o un pomodoro ; Ce li hanno procurati i nuovi schiavi.

  • Carlo Olivieri scrive:

    APPELLO AI FRATELLI IMMIGRATI DI ROSARNO

    Cari fratelli,
    la situazione a Rosarno è fin troppo chiara.
    Una parte dei cittadini di nazionalità italiana di Rosarno è in preda ad un furore di violenza contro di voi. Qualcuno dice che sia razzismo, altri dicono che dietro ci sia la criminalità organizzata. Il risultato non cambia. Oggi voi siete vittime di violenza.
    Non solo siete vittime della violenza che vi ha spinto a lasciare il vostro paese. Non solo siete vittime della violenza di uno sfruttamento schiavista del vostro lavoro. Ora siete anche vittime di un odio assurdo che vuole colpire indiscriminatamente tutti coloro che non hanno il colore bianco della pelle.
    Nonostante ciò, pur comprendendo le ragioni del sentimento di rabbia che ora alberga nel vostro cuore e nella vostra mente, voglio fare appello proprio al vostro cuore e alla vostra mente.
    Rispondere alla violenza con la violenza non risolve assolutamente nulla.
    Una parte consistente dei cittadini di Rosarno, così come una parte consistente dei cittadini italiani non condivide la violenza di cui voi oggi siete vittime.
    Purtroppo la violenza sembra avere la voce più grossa, non solo quella di quegli sciagurati che vi hanno sparato addosso, ma anche la violenza di quei ministri e di quei politici italiani che continuano a soffiare sul fuoco dell'intolleranza e della xenofobia.
    Ma avere la voce più grossa non vuol dire essere più forti.
    La violenza non sconfiggerà mai se stessa. Solo la nonviolenza può sconfiggerla.
    Quindi la vera nonviolenza non vuol dire non reagire. Anzi, la nonviolenza rappresenta l'unico modo per reagire alla violenza in modo efficace.
    Quindi, fratelli immigrati di Rosarno, mobilitatevi, organizzatevi, difendetevi con più forza di quanto avete fatto finora. Ma per farlo dovrete usare la metodologia della nonviolenza attiva, altrimenti, dopo la violenza verrà la debolezza, fallirete e domani sarete più sfruttati e violentati di ieri.
    Non è facile, lo so. Ma voi, molto più di me, sapete cosa vuol dire vivere e superare le difficoltà. Voi, molto più di me, sapete cosa vuol dire non lasciarsi vincere dalle difficoltà e accettare lo "sforzo" per superarle.
    Ecco ciò a cui voglio fare appello: non alla reazione violenta che non ha bisogno di alcuno sforzo per esprimersi, ma alla capacità del vostro cuore e della vostra mente di accettare lo "sforzo" di agire mediante la nonviolenza attiva. L'unica in grado di vincere veramente.

    Carlo Olivieri
    umanista

  • Anna scrive:

    CHI C'E'….. DIETRO TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE?
    sono una reggina DOC e credo di non appartenere alla categoria identificata da Marisa ( i soldi della 'ndrangeta dove vanno? verso chi lo Stato è tollerante?) e mi chiedo quali datori di lavoro possono permettere che i dipendenti, sfruttati, mal pagati, vessati, sopravvivano in quell'orribile modo. E non si dia la colpa alla tolleranza (!!!!!) nei confronti della clandestinità, ma piuttosto alla miopia, o addirittura cecità, di una politica, quella si mediocre, che non sa progettare rispetto agli scenari che la situazione prospetta, ma piuttosto vivacchia nel


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    martedì 5 gennaio 2010

    Republic of Angola Xyami: Can2010/Coppa d'Africa - "Guerra distruttrice di una generazione", Il ct dell'Angola Manuel José si pone il problema del rinnovamento

    Il ct dell'Angola Manuel José si pone il problema del rinnovamento: "Una generazione è stata distrutta dalla guerra civile. Molte persone hanno abbandonato il paese e ora i giocatori si trovano a fine carriera". Nella Coppa d'Africa i padroni di casa dovranno fare a meno di capitan Macanga

    Angola supporters wave white handkerchiefs in protest against Angola's national soccer team players at the end of their international friendly against Morocoo in Lisbon - 0

    L'Angola sta preparando con grande attenzione e convinzione nei propri mezzi l'imminente Coppa d'Africa: la selezione di casa è guidata da un tecnico di grande carisma, Manuel José, che viene elogiato da Mantorras, 27enne attaccante del Benfica: "Il giocatore più importante dell'Angola è il collettivo. L'ho sempre detto e continuerò a dirlo che la nostra stella è lo staff tecnico e un allenatore esperto come Manuel José. Ogni giocatore da noi è importante. Non abbiamo una punta di diamante, siamo un gran bel gruppo, giocatori che sanno come lavorare insieme".

    Il gruppo A dei padroni di casa è forse il più equilibrato: a parte il Malawi che pare tagliato fuori, gli angolani contenderanno la qualificazione all'Algeria (leggermente favorita) e al Mali di Keita e Sissoko. Ma Manuel José deve fare i conti con un passato devastante per il paese, che pur sforzandosi mostrando tutto l'entusiasmo, non può nascondere la guerra recente: "L'Angola ha un problema serio, il problema del rinnovamento spiega il ct - Sarà difficile trovare nuovi giocatori a causa di una generazione distrutta dalla guerra civile. Guerra che è finita solo quattro anni fa dopo 35 anni ininterrotti di lotta e di condizioni molto difficili. Molte persone hanno abbandonato il paese, molti ragazzi, molti bambini. Ci troviamo quindi dinanzi a un ulteriore problema: i giocatori che hanno partecipato alla Coppa d'Africa in Egitto, alla Coppa del Mondo in Germania e alla Coppa d'Africa in Ghana iniziano ad avere un'età importante e si trovano alla fine della propria carriera".

    Ma i problemi per il ct dell'Angola non finiscono qui perché il capitano André Macanga sarà costretto a saltare la competizione continentale a causa di un intervento al ginocchio. Oltre al 31enne difensore mancheranno Mateus, ex Boavista, e un altro perno della retroguardia, il veterano Yamba Asha, che sta scontando una squalifica di nove mesi per doping dopo essere risultato positivo a un controllo in occasione della sfida di ottobre col Rwanda, valida per le qualificazioni a Sud Africa 2010.

    Ci sarà invece Carlos Kali, in forza al club di seconda divisione francese dell'Arles-Avignon, e che ha già partecipato ai Mondiali di Germania 2006: "Giocheremo in casa tutti si aspettano grandi cose. Meglio del risultato di Ghana 2008: ciò significa superare i quarti di finale, abbiamo i mezzi per raggiungere le semifinali. Siamo consapevoli che non sarà facile e per adesso ci stiamo concentrando sul nostro primo obiettivo, la fase a gironi. Dopo si entra nella fase ad eliminazione e può succedere di tutto. Sappiamo di non essere tra i top team ma ce la metteremo davvero tutta".

    L'Angola giocherà mercoledì in Algarve un'amichevole in Estonia prima della gara inaugurale di Luanda contro il Mali. Un paese che ha lavorato molto a livello organizzativo dopo anni difficili e di ricostruzione: sono stati fatti grandi investimenti e realizzati impianti all'altezza, su tutti il nuovo stadio, inaugurato nei mesi scorsi dal presidente del paese José Eduardo dos Santos, lo stadio "11 de novembro".

    NON PERDETE L'APPUNTAMENTO CON LA COPPA D'AFRICA, GRANDE ESCLUSIVA DI EUROSPORT: DA DOMENICA 10 GENNAIO A DOMENICA 31 GENNAIO TUTTE LE PARTITE SARANNO TRASMESSE IN DIRETTA SU EUROSPORT O SUEUROSPORT 2

    Paolo Sperati / Eurosport



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    venerdì 1 gennaio 2010

    Republic of Angola Xyami - Pics/Photo Ringing in 2010, Around the World - From London to Beijing - Foto festa capodanno nel mondo - Festas do Ano Novo

    From London to Beijing, revelers celebrated the start of a new decade with fireworks, sparklers, and prayers. Fireworks exploded over Red Square in Moscow. Some 120,000 Russians crowded the square to toast the new year.


    Photo: Dmitry Kostyukov/Agence France-Presse -- Getty Images


    The London Eye was lit up by a fireworks display.
    Photo: Daniel Deme/European Pressphoto Agency



    The crowd at Zojoji Temple in Tokyo celebrated as balloons were released to mark the New Year.
    Photo: Greg Baker/Associated Press


    People lit sparklers on an ice rink in Red Square.
    Photo: Denis Sinyakov/Reuters


    Fireworks lit up the skies of downtown Beirut on New Year's Day.
    Photo: Anwar Amro/Agence France-Presse -- Getty Images


    Four hundred spotlights illuminated the Eiffel Tower during New Year's Eve in Paris.
    Photo: Michel Euler/Associated Press


    A couple embraced as they waited for midnight in London.
    Photo: Carl Court/Agence France-Presse -- Getty Images


    Pakistanis held candles during a peace march in Hyderabad.
    Photo: Nadeem Khawer/European Pressphoto Agency


    Buddhists made wishes for the New Year at a temple in Seoul.
    Photo: Jeon Heon-kyun/European Pressphoto Agency


    A New Year's Eve countdown party was filled with revelers in Beijing.
    Photo: Christina Hu/Reuters


    Two young women use sparklers to welcome 2010 at Inner Alster lake in Hamburg, Germany.
    Photo: Kay Nietfeld/European Pressphoto Agency


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